martedì 26 novembre 2013

Come gestire le nostre carnivore durante l'inverno (Dionea e Drosera Capensis).

Buonasera a tutti, verdisti e coltivatori urbani. Eccoci pronti per un nuovo post. Oggi vi vorrei parlare di come sistemare le nostre piante carnivore, o meglio insettivore, durante i mesi freddi (in questo post tratterò di come tenere le due specie che possiedo: Dionea Muscipula e Drosera Capensis, in quanto conosco e ho potuto sperimentare la tecnica colturale).


Il mondo delle piante Insettivore è molto vasto e interessantissimo. Io ho scoperto questo tipo di vegetali per caso in un grande garden center. Infatti circa 3 anni fa ho acquistato una piccola Dionea Muscipula, che è senza dubbio la più diffusa e famosa nel suo genere, e l'ho portata a casa in un misto di eccitazione e dubbi. Così ho iniziato a documentarmi su libri e internet sul tipo di habitat, sulle esigenze e su come andava coltivata nel modo più ottimale. Devo dire che mi ha dato molte soddisfazioni e quest'anno mi ha regalato una bellissima fioritura. Poi l'anno scorso ho acquistato dei semi di Drosera Capensis e li ho piantati su un soffice lettino di Sfagno vivo. Ebbene dopo circa 15 giorni sono spuntate parecchie piantine che stanno crescendo sane e forti.


Esistono molte varietà di carnivore che appartengono a varie zone climatiche e che hanno esigenze ben diverse e definite. Io, coltivando una Dionea e una Drosera, ho scelto delle piante che vivono in ambienti con clima temperato. Infatti la specie Dionea è originaria delle brughiere dell' America Settentrionale (estati calde e umide, e inverni freddi e asciutti), mentre la Drosera Capensis è originaria del Sud Africa (Città del Capo), dove abbiamo un clima simile a quello mediterraneo. Queste due specie sono più gestibili alle nostre latitudini, quindi la coltivazione risulta più semplice rispetto a quella di altre specie tropicali.
Comunque sia consiglio  sempre di verificare le caratteristiche e le esigenze della pianta prima di acquistarla, mettendole anche in rapporto al clima della zona in cui ci troviamo, così da non avere brutte sorprese dopo. Per avere una descrizione accurata e seria delle carnivore rimando al sito: http://www.aipcnet.it/aipcjoomla/index.php (sito dell'associazione italiana piante carnivore), o al libro: "Il grande libro delle piante carnivore" (autore: Blondeau Gerard, editore: De Vecchi editore).

Prima di tutto dobbiamo avere ben chiaro il fatto che le nostre piante carnivore non sono fatte per resistere in casa. Infatti necessitano di sole, aria, umidità ottimale e di poter vivere all'aria aperta. Durante la stagione fredda è fondamentale che esse entrino in riposo vegetativo. Questo significa che:


  1. Le innaffiature devono essere sporadiche e fatte solo ed esclusivamente quando il substrato è asciutto.
  2. L'acqua (non calcarea) non dovrà permanere nel sottovaso, per evitare marciumi fatali.
  3. La temperatura ottimale per il riposo invernale si aggira tra: 2°C e 10°C.
  4. Diminuendo l'attività delle piante, si avrà come conseguenza che le foglie-trappola della Dionea più vecchie andranno in contro a deperimento, mentre le trappole più nuove diverranno inattive o molto rallentate nella chiusura; invece la Drosera ha due possibilità: o perde tutte le foglie-trappola (che ricompariranno con l'arrivo della primavera, quindi non gettiamo una pianta viva e vegeta), o blocca anch'essa la crescita senza perdere le trappole.
  5. Se le temperature dovessero scendere di molto sotto lo zero (-7/-10°C), o se si mantenessero per lungo periodo di poco al di sotto dello zero (-2/-3°C), è opportuno far svernare le carnivore in una serra fredda (l'insidia principale delle serre fredde è la temperatura durante il giorno, infatti anche se all'esterno si ha una temperatura al di sotto dei 10°C, all'interno, soprattutto in giornate assolate, si raggiungono tranquillamente i 25-30°C. Quindi per  evitare shock termici alle nostre piantine è necessario controllare la temperatura anche all'interno della serra, così da poter intervenire in tempo. Per ovviare a questo problema io metto le piante in serra solo durante la notte, mentre di giorno le metto all'esterno). 


Per evitare i marciumi o il diffondersi di muffe che creerebbero danni seri, andiamo a rimuovere con forbici molto affilate (io utilizzo quelle per le unghie) le parti morte o danneggiate. Dopo ogni utilizzo ricordiamoci di disinfettare con alcool le lame, in questo modo eviteremo il prolificare di spore dannose.


Una domanda fondamentale che ognuno di noi si deve porre è: "In che momento preparare le carnivore per il riposo?". Ebbene il momento ideale non può essere definito con certezza, infatti molti fattori influenzano l'entrata del "letargo vegetale", ma possiamo dedurlo interpretando i segni che la natura ci manda. Tra questi i principali sono:

  1. Le ore di luce giornaliere: la pianta blocca le sue attività quando le ore di luce solare che riceve durante il giorno sono minori di 4. 
  2. La temperatura: come già detto sopra, la pianta va in riposo quando la temperatura scende al di sotto dei 10°C.
Questi due sono i fattori cardine che determinano il riposo della pianta e essi sono influenzati a loro volta da molti altri parametri come: la zona in cui ci troviamo (Nord, Centro o Sud Italia), la stagione (solitamente si hanno i valori sopraindicati alla fine del mese di Ottobre e all'inizio di Novembre), il tempo (pioggia, sole, neve, umidità, ecc.) e anche la posizione dei vasi sul nostro balcone o terrazzo (Nord, Sud, esposta ai venti, ecc.).


Quindi riassumendo, i punti fondamentali per far svernare le nostre Drosera e Dionea nel modo giusto sono: 
  • Riposo vegetativo
  • Mantenere le piante all'esterno
  • Mantenere il substrato umido ma mai inzuppato
  • Innaffiare solo quando la superficie risulta asciutta
  • Proteggere le piante dal gelo eccessivo
  • Rimuovere le parti danneggiate facendo tagli netti con lame ben affilate
Spero di essere stato utile e chiaro a tutti voi. Per qualunque precisazione o correzione sono sempre disponibile. 
Vi auguro una buona coltivazione e un buon inverno a tutti.
A presto.

sabato 16 novembre 2013

Ciclamino, perfetto per l'autunno.

Buongiorno a tutti cari appassionati di verde e di natura. Oggi ho deciso di parlarvi della coltivazione di una delle piante più belle e conosciute nel mondo, il Ciclamino. In questo periodo ne stiamo vedendo veramente molti e devo dire che è una pianta che merita sia per il portamento, quindi come si presenta, sia per la fioritura duratura e continua per tutto l'inverno.


Bene, passiamo subito alla scheda di coltivazione in vaso:

Nome: Ciclamino, Cyclamen, Pan porcino.

Com'è fatto: erbacea perenne a portamento cespuglioso, con tubero da cui si sviluppano le foglie e i fiori. Le foglie sono ovali, di colore verde brillante screziato di bianco, sulla pagina superiore, e rossastre sulla pagina inferiore. I fiori di vari colori, dal bianco al rosso, con tutte le sfumature ad essi connesse, sono peduncolati e i petali risultano rivolti posteriormente. Il frutto, che si forma all'apice del peduncolo floreale e che contiene i semi, è capsulato e diviso in cinque valve che a maturità si aprono lasciando cadere i semi. Fiorisce da Ottobre a Marzo.


Dove è diffusa: il genere Cyclamen è originario del bacino del Mediterraneo ed è diffusa in Europa Centrale e Meridionale. Comprende una ventina di specie provenienti da diversi tipi di habitat, ma principalmente predilige il sottobosco. Si trova dalla pianura alla montagna. Oggi è molto apprezzata come pianta ornamentale per appartamento o giardino.

Dove coltivare: è una pianta che non esige grandi spazi, vasi di 20 cm di diametro saranno sufficienti ad assicurare un ottimo sviluppo. Si possono anche formare delle composizioni con più piante di colori diversi, utilizzando cassette, fioriere o cassoni.


Che terreno e come concimare: il Ciclamino è una pianta da sottobosco, quindi necessita di un terreno torboso e ricco. Un mix ideale sarebbe: 40% terriccio universale, 40% torba, 10% terriccio da compost e 10% sabbia. Per favorire il drenaggio idrico, poniamo sul fondo del vaso dei cocci o l'argilla espansa.
Durante il periodo vegetativo, che va da Settembre a Marzo, concimiamo con un concime ricco di azoto, tipo il macerato di ortica ben diluito.

Come posizionare: essendo una pianta da sottobosco, non va esposta alla luce diretta del sole (il sole diretto provoca ingiallimenti e deperimento delle foglie) ma va posizionata in una zona ombreggiata. Deve comunque trovarsi in una zona luminosa, ma mai direttamente sotto il sole. Le posizioni a sud-ovest sono ottimali. Resiste molto bene al freddo, purché la temperatura non sia per lunghi periodi di molto inferiore allo zero. Evitare posizioni troppo ventose.


Quando innaffiare: durante il periodo di fioritura il terreno va mantenuto costantemente umido, avendo però cura di evitare i ristagni idrici. L'eccesso di acqua provoca marciumi nel bulbo della pianta. Può essere utile, oltre che decorativo, far crescere del muschio intorno al ciclamino. Questo aiuta a mantenere umido nel modo giusto il terriccio. Dopo la fioritura e durante il periodo di riposo, che va da Maggio ad Agosto, le innaffiature devono essere gradualmente ridotte, fino ad arrivare quasi alla sospensione, per evitare marcescenze bulbari.

Quando piantare e trapiantare: il ciclamino si può piantare tramite seme, oppure tramite divisione del bulbo. Solitamente vengono venduti i bulbi, puliti e confezionati, che vanno posizionati in un terriccio morbido e fertile durante la primavera, così da garantire un corretto periodo di attivazione della fase vegetativa.
Per piantare il Pan porcino tramite seme dobbiamo disporre una cassetta con una miscela di terriccio 60% e sabbia 40%, in cui andremo a posizionare le sementi ad una distanza di 10 cm tra seme e seme e 15 cm tra le file. La temperatura ottimale di germogliazione va dai 18°C ai 24°C, e il periodo ottimale per piantare va tra Luglio e Settembre. Naturalmente posizioniamo la cassetta in una zona ombreggiata e manteniamo il terreno umido nebulizzando con un nebulizzatore.
La riproduzione tramite divisione del tubero si può effettuare a metà primavera. Dopo aver raccolto e pulito bene la patata dalla terra, procediamo localizzando le zone dalle quali si svilupperanno le nuove gemme. Una volta individuate tagliamo il tubero, garantendo ad ogni spicchio ottenuto una certa quantità di gemme. Una volta tagliato, con una lama ben affilata e che non crei sfilacciature nel tessuto vegetale, posizioniamo la parte in un vaso con terreno fertile, morbido e ben drenato (in questo caso possiamo aggiungere alla miscela per il terreno una parte di perlite, per aumentare il drenaggio idrico). Dopo un periodo di tempo variabile spunteranno le foglie dalle gemme di ogni parte piantata.
In linea di massima le piantine ottenute sia per seme che per divisione, andranno trapiantate quando avranno emesso 4-5 foglie e saranno in grado di essere posizionate in un vaso di 5 cm di diametro.
Il trapianto delle piante adulte va effettuato quando le radici dei ciclamini inizieranno a spuntare dal basso del vaso. Il travaso va fatto in vasi con un diametro di 5 cm superiore a quelli di partenza. Ad esempio se abbiamo una pianta in un vaso di 10 cm, al momento del travaso useremo un contenitore di 15 cm di diametro.


Come curare: non necessita di grandi accorgimenti colturali. Per avere successo con il ciclamino bastano tre semplici accorgimenti:

  1. Evitare le innaffiature troppo abbondanti, un campanello d'allarme è la decolorazione fogliare con successivo marciume delle zone interessate. 
  2. Evitare atmosfere troppo secche, questo soprattutto in ambienti casalinghi. Per ovviare a questo problema possiamo posizionare nel sottovaso dell'argilla espansa con dell'acqua. In questo modo il terreno rimarrà asciutto e l'acqua evaporando manterrà una umidificazione dell'aria costante.
  3. Evitare l'esposizione diretta al sole e, ancor peggio, ai raggi attraverso una finestra. Il ciclamino non sopporta il caldo eccessivo e il sole diretto in quanto è una pianta da sottobosco. Danni da sole si possono riscontrare quando c'è un ingiallimento fogliare. 
Rimuovere le foglie e i fiori morte e marcescenti, per mantenere il ciclamino compatto, vigoroso e per stimolare l'emissione di nuovi germogli. 
Essendo una pianta rustica, non è soggetto ad attacchi da parte di parassiti particolari. Ci sono vari bruchi verdi che parassitano il ciclamino divorando sia le foglie che i germogli e compromettendo la pianta. Questi possono essere facilmente eliminati sia manualmente, se ci sono pochi esemplari visibili, sia con insetticidi naturali, come il piretro. Inoltre possiamo avere attacchi da parte della muffa grigia, visibile con macchie bruno-giallastre. In questo caso rimuoviamo la parte colpita.


Curiosità: forse non tutti sanno che il Ciclamino è una pianta conosciuta fin dall'antichità per le sue proprietà velenose. La parte che contiene il veleno è il tubero. Infatti contiene alcune saponine triterpenoidi che se ingerite danno: vomito, emolisi, convulsioni e coma. Naturalmente la gravità dei sintomi è proporzionale alla quantità ingerita. Plinio il Vecchio affermava che piantando il Cyclamen in un giardino, in quel luogo non avrebbero più avuto effetto i filtri malefici. Era così utilizzato come un potente amuleto. Teofrasto invece, affermava che poteva essere utilizzato per aumentare le probabilità di concepimento. 
Il nome Ciclamino deriva dal greco kyklòs, che significa cerchio. Questo deriva probabilmente dal fatto che il peduncolo floreale, dopo la fioritura, si attorciglia. 
Il nome Pan porcino deriva invece dal fatto che i maiali sono ghiotti del tubero, risultando immuni al veleno.
Donare un Ciclamino al proprio amato, ha significato di: amore senza pretese.

martedì 5 novembre 2013

Calendario delle fasi lunari di Novembre 2013

Buongiorno a tutti verdebalconisti. Buon inizio di mese. Eccoci giunti a Novembre, il mese delle castagne e del vino nuovo. Il freddo ancora non si fa sentire ma dobbiamo continuare a preparare le nostre colture per l'inverno, che si avvicina sempre di più. In questo periodo, e se il clima si mantiene mite, possiamo ancora piantare e coltivare tutti i tipi di radicchio, le insalatine da taglio, i ravanelli, la verza, la valerianella, le cipolle, l'aglio e i piselli.
Inoltre possiamo interrare i bulbi a fioritura primaverile, trapiantare e riprodurre per talea o divisione di cespo, le aromatiche piantate o acquistate in primavera, come salvia, timo, origano, maggiorana, rosmarino, ecc.
Continuiamo la pulizia dei vasi e la rimozione delle colture ormai giunte alla fine del loro ciclo vegetativo. Puliamo i balconi o le terrazze dai residui di fogliame o terriccio, per evitare la formazione di muffe o funghi nocivi per le nostre amiche verdi. Predisponiamo un angolo riparato per posizionare le specie più delicate e sensibili al freddo.
In questo periodo è anche indicata la concimazione con letame dei vasi che ospiteranno le nuove colture primaverili. Infatti durante l'inverno il materiale organico aggiunto sarà degradato in sostanze facilmente assimilabili dai nuovi germogli, che in questo modo cresceranno forti e vigorosi, dandoci ottimi e gustosi raccolti.
Ecco il solito schemino con le fasi, aggiornato e rivisto:


Buona coltivazione e buona navigazione su verdebalcone.