mercoledì 11 giugno 2014

Calendario delle fasi lunari di Giugno 2014

Buongiorno amici coltivatori! Eccoci giunti a Giugno. Questo è un mese fantastico per le nostre amiche piante, infatti il calore del sole e la sempre crescente quantità di luce, rende possibile la nascita e la crescita di ogni coltura. Per assicurare un corretto sviluppo non facciamo mancare mai un ottima concimazione organica, con macerato di ortica (ottimo in ogni situazione), e viziamo il verde dei nostri spazi urbani con opere di potatura, rimozione di parti secche o sfiorite e controllo per eventuali attacchi da parte di parassiti o muffe.
Il caldo afoso favorisce la crescita delle specie vegetali ma anche di eventuali funghi o muffe, come l'oidio! 
Quindi se necessario somministriamo rimedi per eventuali attacchi (come lo zolfo in caso di oidio o piretro in caso di afidi). 
In questo periodo possiamo iniziare ad assaporare il frutto dei nostri sforzi durante i mesi passati. Se abbiamo svolto un buon lavoro avremo ottime fioriture, rigogliose e durature, e lo sviluppo degli ortaggi. 
Inoltre il 21 Giugno avremo la giornata più lunga dell'anno, il solstizio d'estate. Questa condizione rende il mese ottimo per la raccolta e la conservazione di erbe aromatiche, fiori per la cucina, liquori e preparati fatti in casa, soprattutto nei giorni che vanno dal 23 al 24 Giugno. 

Bene, dopo questa piccola introduzione, vediamo come vanno effettuati i lavori secondo luna: 

  • in Luna Calante: potiamo arbusti, piante e cespugli sfioriti; pratichiamo la cimatura dei rampicanti e la sfemminellatura dei pomodori; raccogliamo fiori ed erbe aromatiche per scopi culinari e gastronomici, rimuoviamo i fiori appassiti dalle rose e dalle altre piante per invogliare e prolungare la fioritura; preleviamo i bulbi sfioriti e appassiti, puliamoli con un pennello e riponiamoli per l'anno successivo; trattiamo le piante con rimedi contro afidi, parassiti, funghi e muffe; seminiamo carota, cavolfiore, cavoli, bieta da coste, erbette, barbabietola, indivia, finocchio, sedano, porro, radicchio e scarola. 
  • in Luna Crescente: poniamo a dimora piante da fiore estive come: girasoli, zinnie, ecc...; piantiamo i semi di piante a fioritura autunnale come la violaciocca, la campanula, la digitale; moltiplichiamo per margotta, propaggine e talea le piante legnose e aromatiche come salvia, rosmarino o timo; seminiamo fagiolo, fagiolino, zucchina e cardo. 

Ecco il calendario di Giugno:


Buona coltivazione e buon Solstizio d'estate a tutti. 

mercoledì 7 maggio 2014

Calendario delle fasi lunari di Maggio 2014

Buongiorno a tutti amici lettori e appassionati di verde. Eccoci giunti a Maggio. Questo mese è un mese ricchissimo di stimoli e azioni da effettuare sui nostri terrazzi e balconi. Infatti proprio in questo periodo si hanno delle magnifiche fioriture e tutta la natura esplode in un mix rigoglioso di colori. Iniziano le fioriture delle rose, il clima si riscalda sempre di più permettendo la nascita e la crescita degli ortaggi che ci accompagneranno per tutta l'estate.
Fondamentale è il corretto posizionamento delle cassette che andranno ad ospitare le nostre amiche piante. Ci torna molto utile a questo proposito la pianificazione fatta durante i mesi invernali. Posizioniamo i vari vasi in modo da non mettere in ombra tratti di balcone o terrazzo. Quindi le piante andranno posizionate dalle più piccole (in direzione della luce solare), alle più grandi. Naturalmente se abbiamo necessità di ombra, come nel caso della menta, allora creiamo un angolo dedicato.
Evitiamo sempre le zone con troppo vento e assicuriamo un costante apporto idrico, anche se le temperature possono non sembrare così alte, il terreno sotto l'azione del sole e sotto il fabbisogno aumentato dei vegetali, si secca molto più velocemente.
Seguiamo con amore e costanza il nostro spazio verde e lui sicuramente ci ricompenserà molto molto cospicuamente.

Bene, passiamo  ora ai lavori che possiamo effettuare in questo mese:


  • in Luna Calante: effettuiamo la cimatura delle erbacee perenni, potiamo e ripuliamo le piante a fioritura primaverile, se il terreno nei vasi si è compattato lavoriamolo per farlo arieggiare, eliminiamo i succhioni delle rose ed eliminiamo i i boccioli sfioriti, pratichiamo la sfemminellatura sui pomodori, eliminiamo le infestanti prima che raggiungano lo stadio adulto, stendiamo la pacciamatura, rincalziamo i tuberi in vaso, spostiamo all'aperto, se ancora non era stato fatto, le piante che abbiamo all'interno; seminiamo bietole, lattughe, radicchi, spinaci estivi, cavoli, porri, indivie, sedano, rapa, ravanello, cavolfiore e carota.

  • in Luna Crescente: travasiamo gli arbusti e i fiori acquistati in vivaio, prepariamo le aree che ospiteranno le piante da fiore con un terreno ricco e ben drenante, i ciclamini stanno arrivando alla fine del loro ciclo, quindi posizioniamo i vasi con i bulbi in una zona riparata e manteniamo il terreno umido; mettiamo a dimora pomodori, melanzane, sedani, fagiolini, cetrioli, peperoni; rinvasiamo le orchidee e dividiamo i bulbi di dalia; seminiamo piante autunnali e biennali, cardo, cetriolo, fagiolo, fagiolino, pisello, pomodoro, e, se c'è abbastanza spazio, anguria, melone e zucca.

Ecco per voi il calendario: 


Buona coltivazione e buon divertimento a tutti! 

mercoledì 23 aprile 2014

Pomodoro, scheda di coltivazione in vaso.

Buon pomeriggio a tutti amici del verde e della coltivazione. Mi scuso per l'assenza ma in questo periodo ho un po più di impegni universitari. Oggi, visto l'arrivo della primavera, voglio parlarvi di un ortaggio famosissimo, ottimo e di facile coltivazione, il Pomodoro. Esistono tantissime varietà di questo ortaggio, ma quelle che mi hanno dato i risultati migliori in vaso sono i Pomodorini a Grappolo, Ciliegino, Pachino, Pomodoro in miniatura e la varietà Principe Borghese. Questa pianta, essendo di facile sviluppo, è indicata anche per coloro che volessero iniziare per la prima volta un'esperienza di coltivazione sul proprio balcone o terrazzo. Anche partendo da seme il risultato è assicurato.


Dopo questa piccola introduzione, passiamo subito alla scheda vera e propria e vediamo come coltivare al meglio il Pomodoro:

Com'è fatto: pianta erbacea annuale, a portamento inizialmente eretto, nel primo stadio di sviluppo, che poi diviene decombente nella fase della fruttificazione. Le radici sono fittonanti e si espandono lateralmente e in profondità. Il fusto e le foglie sono ricoperti da peli ghiandolari che producono una secrezione dall'odore tipico. L'altezza, in base alla specie, varia da 1 a 2 metri. Le foglie sono pennatosette, profondamente incise e con bordo irregolare e con varie foglioline di grandezze diverse. I fiori sono gialli, bisessuati e si dipartono da un'asse centrale, con peduncoli della stessa lunghezza. Organizzati in racemi formati da 4 - 12 infiorescenze. Il frutto, commestibile, è una bacca di forma variabile, sferica, allungata, globosa, con buccia sottile e polpa dolce-acidula. I semi sono numerosi, a maturità, posti nel cuore della bacca e immersi in abbondante mucillagine. Si possono avere varietà precoci o tardive, determinate (cioè che non necessitano di sfemminellatura) o indeterminate (cioè che necessitano di sfemminellatura)  e, in base al portamento, nane o rampicanti.


Dove è diffuso: pianta originaria del Sud America, entrata a far parte delle coltivazioni Europee a partire dalla seconda metà del XVII secolo. Oggi la sua coltivazione è diffusissima ed è uno degli ortaggi più coltivati, sviluppati ed utilizzati a livello gastronomico, in Italia e nel Mondo. Si coltiva fino a 1200 metri di altitudine, purché il terreno lo permetta e il ciclo di coltivazione sia breve. La sua diffusione negli orti e sui terrazzi è stata favorita anche dalla sua facilità di coltivazione.

Dove coltivare: il Pomodoro presenta radici profonde, quindi necessita di contenitori ampi, almeno 40 cm di diametro e di profondità. Io consiglio di utilizzare le cassette appositamente preparate, che danno risultati ottimi.


Che terreno e come concimare: il terreno è fondamentale per uno sviluppo buono e un'ottima fruttificazione. Deve essere morbido, fresco, ben drenato e ricco di sostanza organica. Una miscela ottima è: 40% terriccio universale, 20% torba, 15% letame ben maturo e 5% sabbia. Durante la preparazione del substrato, prima della messa a dimora o subito dopo la comparsa delle prime 5 foglie vere, consiglio di aggiungere una piccola quantità di cenere di legna (attenzione a non abbondare per non rendere il terreno troppo alcalino). Le concimazioni vanno effettuate ogni 10 giorni. Io utilizzo il macerato di ortica, con l'aggiunta di piccole quantità di cenere, e devo dire che ho ottenuto risultati ottimi. Si possono utilizzare anche altri concimi naturali, come il sangue di bue. L'importante è fornire alla pianta le giuste quantità di azoto, potassio e fosforo. Non esageriamo con le quantità di concime utilizzato, altrimenti stimoleremo l'emissione di grandi quantità di foglie a discapito dei frutti.

Come posizionare: essendo originaria del Sud America, ha bisogno di posizioni molto soleggiate per ottenere frutti ben maturi e dolci. Consiglio esposizioni a est, sud-est, sud-ovest. Scegliamo un punto del nostro terrazzo o balcone riparato dal vento eccessivo. Infatti le raffiche troppo forti potrebbero danneggiare i frutti o modificare la forma del Pomodoro stesso rendendolo esile e debole.


Quando innaffiare: le innaffiature devono essere abbondanti e regolari nella fase seguente alla germogliazione e durante tutta la vita della pianta. Si devono evitare i ristagni idrici che portano marciumi radicali e del frutto. Tra una innaffiatura e l'altra è consigliabile attendere che il terreno in superficie sia completamente asciutto. Evitiamo, durante la somministrazione di acqua, di bagnare il colletto, le foglie e i frutti del Pomodoro. Inoltre cerchiamo di utilizzare acqua a temperatura ambiente, infatti acque troppo fredde creano uno shock termico alle radici bloccando o ritardando la crescita.

Quando piantare e trapiantare: i semi possono essere messi direttamente a dimora, ad una profondità di 2-3 mm (in base alla grandezza del seme), oppure posizionati in contenitori in plastica o torba. Il periodo migliore per effettuare la semina è fine Marzo inizio Aprile. L'importante comunque è che la temperatura non scenda mai sotto i 6°C e che si mantenga più o meno costante sopra i 15°C. Prepariamo prima le buchette dove posizioneremo il seme così da stabilire bene le distanze tra una pianta e l'altra (se coltiviamo in cassette). Dovremo calcolare circa una 30 di cm tra le piante. La germogliazione, se le temperature sono buone, si avrà dopo 7-20 giorni. Il trapianto si potrà effettuare quando le piantine saranno alte 15-20 cm e avranno emesso le prime 3-4 foglie vere. Se acquistiamo piante già pronte in vivaio, il periodo ottimale per il trapianto è Aprile. Per la messa a dimora rispettiamo gli stessi criteri di distanza del posizionamento dei semi.


Come curare: il Pomodoro è una pianta abbastanza rustica che però richiede, per avere ottimi risultati, una serie di accorgimenti indispensabili. La "sfemminellatura" è una pratica fondamentale che consiste nel rimuovere i getti laterali all'ascella delle foglie (detti femminelle). Questi infatti, se lasciati sviluppare tolgono forza e vigore all'apice della pianta e diminuiscono la quantità di frutti. Forniamo dei tutori, ad esempio canne di bambù, ai fusti, per mantenerli sempre dritti e ben orientati. Quando le piantine sono ancora tenere e giovani prestiamo attenzione ai parassiti, come afidi, dorifora o nottue (nella foto in basso), che potrebbero compromettere tutto il raccolto futuro. Evitiamo di bagnare foglie e colletto radicale, per scongiurare marciumi o muffe. Il pomodoro non sopporta ambienti umidi. Per combattere i parassiti animali e non, possiamo utilizzare macerati, zolfo, acqua ramata e, se proprio non abbiamo altre alternative, il piretro. Rimuoviamo le foglie ingiallite e rovinate.


Quando raccogliere: la raccolta si effettua solitamente 150 giorni dopo la semina. Verso il mese di Giugno e fino ad Ottobre. Il grado di maturazione dipende dall'uso che si vuole fare del pomodoro. Se li vogliamo consumare freschi, vanno raccolti quando sono ben maturi e rossi, così da poter assaporare il sapore nel pieno delle proprietà organolettiche. Se li vogliamo utilizzare per metterli sott'olio conviene attendere un po di più e raccogliere il frutto quando inizia ad appassire. Per insalata conviene raccogliere quando il colore è rosato e con pochi semi. Per prelevare nel modo giusto il Pomodoro, senza creare traumi alla pianta, si deve afferrare la bacca e ruotarla leggermente. In questo modo si staccherà senza alcuna fatica. Se invece vogliamo raccogliere l'intero ramo fruttifero, conviene recidere il tutto subito dopo il punto di innesto con il fusto.


Curiosità: il nome "Pomo d'oro" fu dato dal botanico senese Pierandrea Mattioli, egli fu ispirato dal colore del frutto in origine giallo dorato. Inizialmente i Pomodori in Europa non furono presi con gioia. Infatti lo si considerava velenoso  e adatto solo come pianta ornamentale. Soltanto fra Settecento e Ottocento iniziò la sua ascesa verso l'olimpo della gastronomia e si conquistò il posto che oggi ricopre: signore delle salse. Dal punto di vista nutrizionale il Pomodoro è un toccasana. Presenta infatti un potere alcalinizzante (indicato per abbassare l'acidità in diete ricche di proteine) e contiene: vitamina A, B e C; sali alcalini di ferro e di fosforo. A maturità contiene una discreta quantità di zuccheri.

sabato 5 aprile 2014

Calendario delle fasi lunari di Aprile 2014

Buongiorno a tutti amici del verde e buon inizio di mese. Siamo ad Aprile. Questo mese è il mese della rinascita e dello sviluppo, è importantissimo per la buona riuscita delle nostre colture e per poterci assicurare un ottimo raccolto durante i mesi estivi. Tutti gli interventi che andremo ad effettuare in questo periodo saranno infatti fondamentali per le nostre amiche verdi. Quindi prestiamo particolare attenzione alle fasi della luna e alle varie tecniche che andremo ad utilizzare.
Ottimo mese per effettuare la semina, in quanto durante Aprile la natura ha una marcia in più. Facciamo, come sempre, attenzione alle gelate improvvise che potrebbero verificarsi soprattutto durante la prima metà del mese. Sbalzi repentini di temperatura potrebbero vanificare i nostri sforzi e uccidere le piante più delicate.

Vediamo allora quali sono i lavori da poter effettuare in sintonia con il nostro satellite naturale:

  • in Luna Calante possiamo: effettuare potature di riordino per gli arbusti sempreverdi, potature di rinforzo per rose, piante da fiore; concimare con concimi a lenta cessione (letame maturo) e dopo la metà del mese iniziare le concimazioni liquide (macerato d'ortica); trapiantare bulbi di cipolla, rinvasare le piante che necessitano di vasi più grandi, sfoltire radici e parte aerea delle piante che lo richiedono (gerani), iniziare i trattamenti di rinforzo con macerato d'ortica, preparare il terreno e le cassette che andranno ad accogliere i nostri ortaggi, seminare carota, cavolfiore, radicchio, spinacio, porro, sedano, lattuga e lattuga da taglio, cipolla, patata, rapa, ravanello e barbabietola.

  • in Luna Crescente possiamo: effettuare l'interramento dei bulbi a fioritura autunnale ed estiva, abituare e riportare gradualmente le nostre piante, che hanno svernato in appartamento, all'aperto; travasare le piante acquistate nei vivai, seminare fiori annuali, biennali e perenni (malva, girasoli, tagete), ortaggi come cetriolo, zucchina, pomodoro, rucola selvatica, pisello, fagiolo e fagiolino.
Prestiamo attenzione alle semine, manteniamo sempre il terreno umido ma mai fradicio. 

Ecco i calendario:


Buona semina e buona coltivazione a tutti!

sabato 1 marzo 2014

Calendario delle fasi lunari di Marzo 2014

Buongiorno amici coltivatori! Già siamo arrivati a Marzo. Questo è un mese importantissimo per avviare le nostre coltivazioni e per assicurarci raccolti ottimi a fine stagione. Inoltre Marzo è il mese della rinascita, del risveglio dal lungo riposo invernale; infatti il 20 ci sarà l'equinozio di primavera e la prima Luna Nuova coincide con l'inizio della primavera lunare. Quindi non ci resta che metterci all'opera con semine, trapianti, potature, ottimizzazione degli spazi, preparazione dei terreni di coltura e chi più ne ha più ne metta.

L'unica cosa a cui dobbiamo prestare particolare attenzione è il tempo meteorologico. Controlliamo bene l'andamento delle temperature per evitare le gelate tardive e improvvise, tipiche del mese, che possono compromettere tutte le nostre semine e colture avviate.

Quali lavori possiamo effettuare a Marzo? Vediamoli insieme:

  • in Luna Calante possiamo: preparare il terreno per le cassette e i vasi, concimiamo con letame maturo gli alberelli da frutto sui nostri balconi, potare rose, arbusti e alberi entro la metà del mese; rinvasare piante e bonsai, sostituire il primo strato di terreno se la pianta non richiede un vaso nuovo, pulire i vasi, lavorare il terreno delle fioriere e delle cassette; piantare i bulbi a fioritura estiva come dalie, gigli e gladioli; seminare sedano, cavolo, cipolla, lattuga, aglio, patata, bieta da coste e da taglio, lattuga e radicchio da taglio, spinacio, carota e finocchio.
  • in Luna Crescente possiamo: trapiantare i fiori estivi a dimora, moltiplicare per divisione dei cespi le aromatiche come maggiorana, melissa, menta, santoreggia, erba cipollina; moltiplicare per talea tutte le piante in ripresa vegetativa, seminare bietole, carote, piselli, ravanelli, melanzane, peperoni, pomodori, angurie, zucchine, zucca, fagiolo, fagiolino, melone, margherite, zinnie, crisantemi, calendule, basilico, petunie, bocca di leone. 
Il terreno per le nuove colture dovrà essere morbido, ben drenante e fertile. Utilizziamo concimi naturali come il letame maturo o il macerato d'ortica, per ottenere prodotti buoni e salutari.

Questo è il calendario: 


Non mi resta che augurarvi un buon inizio di mese e una buona coltivazione a tutti.

giovedì 27 febbraio 2014

Edera, regina degli interni.

Buona sera amici del verde e della coltivazione cittadina. Oggi vi vorrei parlare di una pianta molto diffusa e conosciuta sia allo stato selvatico sia come pianta ornamentale da interno e da esterno. Questa pianta così bella e decorativa è l'Edera, di cui la specie più diffusa è l'Edera comune il cui nome scientifico è Hedera helix.


Passiamo alla scheda di coltivazione in vaso e vediamo come trattare al meglio questo vegetale meraviglioso:

Nome: Edera comune, Edera, Hedera helix

Com'è fatta: pianta rampicante sempreverde, con fusti legnosi, radicanti e dall'aspetto lianoso. Le foglie sono verde scuro con macchie o sfumature più chiare, fino al bianco, in base alle diverse varietà. Sono coriacee, 3-5 lobate, obovate, nei rami sterili, mentre nei rami fertili sono ovoidali e appuntite (in appartamento difficilmente si avranno rami fertili). I fiori (ugualmente rari in appartamento) sono giallo-verdastri e sono organizzati in infiorescenze ad ombrello. I frutti sono bacche nerastre e tossiche. Le radici sono molto sviluppate e spuntano sui fusti legnosi fungendo da appiglio per la pianta che può così arrampicarsi su muri o tutori.


Dove è diffusa: l'Edera è originaria delle regioni euroasiatiche e mediterranee. La si può trovare comunissimamente nei boschi e nei luoghi ombrosi di tutta Italia fino ai 1000 metri di altezza. Molto diffusa anche come specie ornamentale è di facile reperibilità nei garden center e nei vivai in ogni stagione dell'anno, e in ogni varietà o specie.

Dove coltivare: l'edera non necessita di vasi eccessivamente ampi, bastano contenitori o ciotole di 20 cm di diametro al massimo. Per la sua naturale propensione ad arrampicarsi o a pendere consiglio di utilizzare vasi che si possono appendere alla parete o al soffitto, oppure posizioniamo il contenitore in un punto rialzato. In questo modo la pianta potrà far ricadere i propri rami creando un suggestivo effetto visivo.


Che terreno e come concimare: non ci sono particolari indicazioni da seguire per il terreno infatti l'Edera è una pianta molto rustica che ben si adatta a tutti i tipi di terriccio. L'unica accortezza da utilizzare è quella di utilizzare una composta soffice e ben drenante ma che mantenga sempre una certa umidità. L'Edera è abituata, nel suo habitat naturale, a un costante grado di umidità che noi dovremmo fornire attraverso il terriccio e l'ambiente in cui sarà posizionata. Evitiamo come sempre i ristagni idrici che, al contrario, provocano marciumi. Sul fondo del vaso posizioniamo uno strato di argilla espansa che aiuterà il drenaggio idrico ed eviterà i ristagni. Per quanto riguarda le concimazioni possiamo somministrare in primavera del macerato d'ortica diluito in dosi di 1:20 per favorire la ripresa vegetativa, ogni 2-3 settimane.

Come posizionare: essendo una pianta rustica, resiste bene anche alle basse temperature. Io la tengo in casa tutto l'anno e l'unica accortezza da seguire è quella di posizionare il vaso in un punto luminoso ma non esposto ai raggi diretti del sole. Infatti il sole diretto tende a seccare e bruciare le foglie. La luminosità è fondamentale per garantire una buona salute all'Edera e per accentuare le screziature più chiare delle foglie di determinate specie.


Quando innaffiare: le innaffiature devono essere regolari, facendo asciugare il terreno superficialmente tra un'innaffiatura e l'altra. In inverno riduciamo l'apporto idrico. In estate se l'ambiente dovesse presentarsi troppo secco, nebulizziamo acqua sul fogliame una due volte al giorno, consiglio di effettuare questa operazione al mattino e la sera. Le nebulizzazioni servono per garantire un'umidità ottimale alla pianta.

Quando piantare e trapiantare: l'Edera si moltiplica per talea. Il periodo migliore per effettuare questa operazione aspettiamo la tarda primavera. Si procede tagliando le talee ad una lunghezza di 10 cm dall'estremità dei tralci. Una volta tagliate posizioniamole o in un bicchiere con acqua, o in un contenitore di 5-8 cm con una miscela di torba e sabbia fine. Nel primo caso avremo una radicazione più sbrigativa, mentre nel secondo caso avremo piante più vigorose. In entrambi i casi copriamo il contenitore con della pellicola e manteniamo l'umidità e la temperatura il più possibile costante. Quando le nuove piantine avranno occupato con le radici tutto lo spazio necessario saranno pronte per il travaso e potranno essere trattate come adulte. Il trapianto successivamente andrà effettuato ogni 2-3 anni, aumentando il diametro del contenitore di 5 cm ogni volta. O comunque tutte quelle volte in cui le radici fuoriusciranno dai fori di drenaggio del vaso.


Come curare: l'Edera richiede alcuni accorgimenti particolari per svilupparsi al meglio in appartamento. Prima di tutto dobbiamo fare attenzione alla siccità ambientale, alla luce diretta del sole e alle troppe annaffiature. Nei primi due casi, siccità e luce diretta, avremo un appassimento, avvizzimento e decolorazione delle foglie. Per rimediare a questo facciamo una doccia alla pianta bagnandola completamente e posizioniamola in ambienti luminosi e lontani dalla luce diretta del sole. Nel secondo caso, eccessive annaffiature, avremo come sintomo l'annerimento fogliare. Per rimediare a questo rimuoviamo la parte colpita e sospendiamo le innaffiature fino a che non si sarà asciugato lo stato di terreno superficiale. Potiamo in primavera i tralci più lunghi o danneggiati, così da favorire lo sviluppo di nuovi germogli. Facciamo attenzione ai parassiti, come il ragnetto rosso, che possono comparire se la pianta ha subito stress ripetuti magari dovuti all'eccessivo ambiente secco.

Curiosità: l'Edera è uno dei simboli del dio greco Dioniso, colui che in romano divenne Bacco. Il mito narra che la pianta avvolse il corpo di Dioniso neonato proteggendolo dalle fiamme sprigionate dalla saetta di Zeus. L'edera viene detta "la nata due volte" per la sua duplice vita, in inverno i tralci sono smorti e le foglie sono lobate, mentre in estate c'è un'esplosione di vita e le foglie divengono di un verde brillante e di forma diversa. Per il suo modo di arrampicarsi e di resistere all'inverno è stata anche paragonata al serpente e al freddo della natura. Inoltre l'edera è una pianta velenosa, soprattutto le bacche, che provoca intossicazioni se assunta in modo inappropriato. I suoi principi attivi sono glucosidi, flavonoidi, alcaloidi e sostanze ormonosimili.

giovedì 13 febbraio 2014

Calendario delle fasi lunari di Febbraio 2014

Buonasera amici del verde e della coltivazione. Mi scuso per il ritardo nel pubblicare il calendario, ma ho avuto un bel po di problemini con l'università e altro. Comunque eccolo qui, finalmente pronto per voi.

Febbraio è il mese in cui possiamo concretizzare sempre di più la nostra voglia di piantare ed organizzare il balcone o il terrazzo per la primavera incombente. Facciamo attenzione alle gelate tardive di fine mese ed inizio Marzo. Infatti questi sbalzi termici bruschi ed improvvisi possono compromettere tutto il lavoro fatto fino ad ora.

Vediamo nel dettaglio quali lavori possiamo fare a Febbraio:

  • in Luna Calante possiamo: preparare il terreno dei vasi o delle cassette concimando e sostituendo quello esaurito, potiamo rose, arbusti caducifoglie, concimiamo le rose e le altre piante che andranno incontro a ripresa vegetativa primaverile con letame ben maturo e concimi a lenta cessione, piantiamo i bulbi dei fiori primaverili o estivi, seminiamo sedano, insalate da taglio, valerianella, bietola da coste, aglio, carote, rapa, ravanello, finocchio, lattuga, cipolle, spinaci, imbianchiamo il radicchio, ripuliamo le aromatiche dai rami secchi e le foglie avvizzite, eseguiamo potature di formazione.
  • in Luna Crescente possiamo: seminare e mettere a dimora le piante annuali che abbiamo acquistato o che sono divenute abbastanza grandi, come ad esempio il pisello odoroso o la calendula, seminiamo melanzane, cetrioli, meloni, peperoni, pomodori, piselli, zucchine, (per questi ortaggi bisogna utilizzare il letto caldo oppure verificare che le temperature non siano troppo basse), effettuiamo gli interventi antiparassitari.
In questo periodo sono di grande effetto le fioriture di bulbose come Crocus, Narcisus, Giacinto, Muscari. Questi sono tutte piante a fioritura precoce e che rallegrano e colorano i nostri balconi in previsione della primavera. Ricordiamoci di utilizzare del terreno acido e ben drenato per far crescere al meglio queste meraviglie.

Ecco il calendario di Febbraio:


Buon Febbraio, buona semina e buona coltivazione a tutti. 
Alla prossima.

domenica 2 febbraio 2014

Primula, fiore che annuncia la primavera.

Buonasera appassionati di verde e coltivazione, questa sera vi vorrei parlare di un fiore conosciutissimo e molto apprezzato per la sua fioritura copiosa e precoce, la Primula. Questo è un fiore rustico, resistente e che non richiede particolari attenzioni.
In questo caso parlerò della Primula in generale e non delle singole specie, infatti tutte condividono lo stesso metodo colturale. Tra le specie più diffuse ricordo: Primula obconica, Primula sinensis, Primula vulgaris o acaulis, Primula x kewensis (ibrido tra Primula sinensis e Primula floribunda).


Bene, passiamo adesso alle cose pratiche e alla scheda di coltivazione in vaso:

Nome: Primula

Com'è fatta: pianta erbacea, perenne, rizomatosa, in genere coltivata come annuale. Non presenta fusto, in quanto le foglie, rugose e crenato-dentate ai margini, lunghe 12 cm, ovato-spatolate o ovoidali e pubescenti (cioè ricoperte da una fitta e minuta peluria), sono riunite in rosette basali e nascono direttamente dal rizoma radicale. Il colore è verde smeraldo. Dal centro della rosetta fogliare, si sviluppano i fiori, semplici, semidoppi o doppi, in base alla specie, uno o più di uno, organizzati in ombrelle, dal profumo delicato e dai colori sgargianti e variegati, dal bianco al rosso, passando per viola, arancione, blu, giallo, ecc. Il periodo di fioritura varia da regione a regione, ma possiamo avere fioriture precoci da Dicembre fino ad Aprile-Maggio.


Dove è diffusa: il genere Primula comprende circa 500 specie diffuse in tutto il mondo. In Europa e in Italia abbiamo diverse specie indigene diffuse su tutto l'arco alpino e sull'Appennino settentrionale e centrale, tra cui ricordo due specie protette di grande fascino: Primula auricola e Primula farinosa. Diciamo che la diffusione a livello ornamentale è principalmente derivata da ibridi di Primula vulgaris. In questo periodo possiamo infatti vedere in ogni vivaio o garden center grandissime quantità di queste piante fiorite, in ogni colorazione.

Dove coltivare: la Primula è una pianta che non ha particolari esigenze. Richiede vasi al massimo di 15-20 cm di diametro per una singola pianta e abbastanza profondo. Mentre vanno benissimo ciotole di 30-40 cm per posizionare tre o quattro piantine insieme, così da creare anche un ottimo effetto visivo. Per i materiali, direi che il più indicato è la terracotta, per la traspirazione ottima, ma vanno benissimo anche vasi in legno, iuta o plastica.


Che terreno e come concimare: il terreno per la Primula, essendo una pianta di bosco, dovrà essere soffice, profondo, umido, ricco di sostanza organica e ben drenante. Si può utilizzare un mix di terriccio universale 35%, terriccio di bosco 40%, torba 10%, letame maturo 10% e sabbia di fiume 5%. Importantissimo è che non si formino dei ristagni idrici intorno alle radici, questo infatti, abbiamo ormai imparato, provoca marciumi radicali che non sono compatibili con la vita della pianta. Durante tutto il periodo della fioritura possiamo aggiungere un buon concime liquido ogni 15 giorni, ad esempio macerato d'ortica diluito in dosi di 1:10 con l'aggiunta di 1 cucchiaino di cenere per litro di acqua. Quando la pianta smetterà di fiorire, riduciamo gradualmente le concimazioni fino a sospenderle completamente.

Come posizionare: la Primula resiste bene alle basse temperature, mentre non sopporta molto le alte temperature, e non necessita di sole diretto per iniziare e mantenere una buona fioritura. Va bene qualsiasi posizione durante l'inverno, a patto che ci sia molta luce, mentre in estate, soprattutto durante i mesi più caldi e afosi (giugno, luglio e agosto) non lasciamola mai sotto il sole diretto, ma posizioniamola in una zona ombreggiata, fresca e ben illuminata. L'unica accortezza è quella di ripararla dal vento eccessivo. Quindi, si ad una posizione arieggiata, no ad una esposizione diretta sotto l'azione del vento. I fiori sono sensibili all'aumento delle temperature e appassiscono prima se la temperatura supera i 16°C. Quindi per il posizionamento scegliamo posti in cui le temperature si mantengano il più possibile al di sotto dei 15°C.


Quando innaffiare: il terreno va mantenuto sempre umido, soprattutto durante la fioritura, ma mai inzuppato. Come abbiamo già detto in precedenza, una eccessiva quantità di acqua nel substrato di coltura porta ad un ambiente asfittico, in cui le radici marciscono. Quindi annaffiamo regolarmente ma in modo pacato. Durante la somministrazione dell'acqua, facciamo attenzione a non bagnare le foglie e i fiori che potrebbero marcire. Con l'arrivo della primavera e dell'estate, se l'umidità nell'aria dovesse risultare insufficiente, è consigliabile posizionare dell'argilla espansa o dei ciottoli nel sottovaso della pianta ed aggiungere acqua. In questo modo, mettendo il vaso sui ciottoli, tramite l'effetto dell'evaporazione, manterremo una certa umidità intorno alla Primula.

Quando piantare e trapiantare: per la riproduzione abbiamo diverse possibilità. La semina è abbastanza complicata e, vista la grande varietà di ibridi, non sempre potremo avere i colori che desideravamo. Comunque vale sempre la pena tentare, quindi vi dirò come si può fare. Allora, prendiamo i semi e disponiamoli, in inverno (in serra) o in primavera, su un substrato composto da terriccio universale o compost misto a sabbia grossolana, in modo che possa rimanere umido ma non inzuppato. Ricopriamo le sementi con un sottile strato di terriccio e posizioniamo il contenitore in un luogo riparato e con temperature che rimangano costanti sui 16°C circa. Dopo 2-3 settimane, se siamo stati bravi e se i semi erano buoni, vedremo spuntare le nostre piccole Primule. Possono essere trapiantate e messe a dimora quando compaiono 4-5 foglie vere. Per il trapianto consiglio di effettuare quello con pane di terra e non a radice nuda (cioè mantenendo del terreno intorno alle radici). Oppure possiamo, in modo più semplice, praticare la divisione dei cespi delle piante più grandi, all'inizio della primavera e dopo la fioritura. Si prende la pianta, la si estrae dal vaso e si divide il pane di terra senza rovinare le radici e senza frantumare troppo la zolla. Una volta divisa, le piante così ottenute si mettono in singoli vasetti, in zone riparate e ombreggiate e si annaffiano. L'anno seguente saranno pronte per dare abbondanti fioriture.


Come curare: la Primula è una pianta rustica e resistente che non richiede cure particolari. Bastano solo pochi e semplici accorgimenti per garantire la salute ed una fioritura lunga e copiosa alle nostre piantine. Prima di tutto attenzione all'eccesso di acqua e alla scarsa areazione che provoca marciumi e comparsa di muffa grigia. Questa è una muffa che compare con macchie brune marcescenti e granelli nerastri (sclerozi), e si propaga velocemente anche sulle parti sane. Si può tentare di combattere la muffa grigia con un macerato di equiseto (1 Kg di pianta fresca in 10 l di acqua e poi diluito con acqua in rapporto 1:5 prima di irrorarlo), oppure se la propagazione è abbondante si deve procedere con la rimozione delle parti colpite e la loro distruzione. Può anche essere colpita da ragnetto rosso o afidi. In questo caso conviene tentare una rimozione manuale dei parassiti, nelle fasi iniziali, oppure utilizzare macerati appropriati, come il macerato d'ortica o assenzio, oppure insetticidi naturali, come il piretro (rimando al post sugli afidi per approfondimenti: http://verdebalcone.blogspot.it/2013/05/afidi-piccoli-e-temibili-avversari.html).
Tra le cure colturali rimuoviamo i fiori appassiti e le foglie morte e ingiallite per stimolare l'emissione di nuovo fogliame e nuovi boccioli.

Curiosità: iniziamo con l'indicare la derivazione del nome Primula. Esso deriva dal latino Primus (primo) che sta ad indicare la precoce fioritura e comparsa di questi fiorellini sui prati. Proprio questa precocità ha fatto divenire questo fiore il simbolo della prima giovinezza.
Una leggenda narra che la prima Primula (indicata con la specie Primula veris) sbocciò grazie a San Pietro. Infatti il Santo gettò le chiavi dal paradiso, poiché il Signore ne aveva richiesto un nuovo paio, e cadendo sulla terra fecero spuntare questa pianta. I suoi fiori gialli sarebbero associati ad un mazzo di chiavi tanto che viene chiamata anche "bunch of keys" (mazzo di chiavi).
La Primula è anche un segno di buona fortuna poiché sbocciando preannuncia l'arrivo della primavera.
Inoltre è una pianta apprezzata anche per le proprietà medicamentose, medicinali e magiche.


Spero di esservi stato utile. Per qualsiasi chiarimento o domanda non esitate a contattarmi. 
Buona coltivazione e buona domenica a tutti:

mercoledì 22 gennaio 2014

Pennette con broccoli e noci, un primo veloce e gustoso.

Buonasera, questa sera vi vorrei proporre un primo facile, gustoso e veloce da realizzare. Gli ingredienti sono tutti di stagione, noci e broccoli, e si sposano alla perfezione.
Mio fratello ha proposto questa ricetta l'altro giorno, e devo dire che il risultato è stato ottimo. Per questo procedo, senza indugiare, a spiegarvi cosa occorre per preparare questo condimento.

Ingredienti per 4 persone:

  • 100 gr di noci (senza la buccia)
  • 1 broccolo romano (o cavolo romano) di medie dimensioni 
  • olio
  • sale
  • aglio
  • peperoncino 
Preparazione:

Iniziamo pulendo e lavando il nostro broccolo, lo tagliamo, dividendo le infiorescenze, e lo mettiamo in una pentola con 2 bicchieri d'acqua e un pizzico di sale. Facciamo sbollentare la verdura per circa 20 minuti, fino a quando non è morbida (ma non deve spappolarsi) e se necessario, cioè se l'acqua dovesse ritirarsi del tutto prima della completa cottura, aggiungiamone altra.


Quando il broccolo sarà pronto scoliamolo dall'acqua in eccesso e tuffiamolo in una padella, riscaldata in precedenza, con olio, aglio e peperoncino. Il sale già lo abbiamo aggiunto durante la bollitura della verdura. Facciamo rosolare per 5-10 minuti e aggiungiamo le noci (si possono tagliare finemente o lasciare più grezze, questo dipende dal vostro gusto personale). Spadelliamo per altri 5 minuti e spegniamo il fornello. Dobbiamo andare a cuocere le nostre pennette.


Buttiamo la pasta nell'acqua bollente e, quando le pennette sono ancora un po al dente, scoliamole e aggiungiamole al condimento in padella. Riaccendiamo il fornello sotto la padella e mantechiamo  fino a completa cottura della pasta.


A questo punto non ci resta che servire ai piatti e mangiare questo trionfo di sapore.

Buon appetito e, come sempre, buona coltivazione.

domenica 19 gennaio 2014

Come realizzare una "casa" per gli insetti da balcone.

Buonasera a tutti voi amanti della coltivazione in vaso e del verde in città. Oggi vi vorrei parlare di come realizzare una "casa" per insetti. Ultimamente ho sentito parlare molto di questi piccoli rifugi e, visto che gli insetti utili (come api, sirfidi, coccinelle) sono come oro sui nostri balconi, ho pensato di provare a costruirne una con compensato, canne, bastoncini e tavolette.

Le virtù di questa casetta, di cui vi andrò a spiegare la costruzione, sono molteplici, ma credo che si possano riassumere in tre punti fondamentali:

  1. Mettere a disposizione dei nostri amici insetti una "dimora" stabile direttamente tra le piante del nostro balcone o terrazzo.
  2. Poter vedere direttamente le specie di insetti utili presenti sui nostri balconi e, cosa non da poco, poter osservare da vicino il loro ciclo riproduttivo.
  3. Avere sempre a disposizione degli alleati fondamentali nella lotta naturale ai parassiti e nell'impollinazione delle nostre piante da fiore e orticole.
Questo è un progetto di facile realizzazione e ha un costo complessivo che si mantiene basso (si possono utilizzare materiali di riciclo e di recupero), che non è un aspetto da sottovalutare in questo periodo.

Il materiale che ci occorre è:

  • 6 tavolette di compensato della misura di 10 cm x 10 cm (lo spessore è indifferente)
  • 1 tavoletta di compensato della misura di 10 cm x 14 cm di altezza (lo spessore è indifferente)
  • 1 tavoletta di compensato della misura di 10 cm x 5 cm di altezza
  • un pannello di legno da rivestimento (acquistabile in negozi di bricolage)
  • canne di diverso diametro 
  • bastoncini, rametti, tavolette e legnetti di diverso diametro e spessore
  • colla a caldo
  • sega
  • matita e righello
  • filo di ferro 
  • trapano con punte di varie dimensioni e diametro
Il trapano non è indispensabile, se non ne possedete uno, potete ovviare utilizzando esclusivamente canne e ramoscelli.

Bene vediamo come realizzare la struttura.

Prendiamo 4 delle 6 tavolette 10 x 10 e uniamole per formare un cubo. Possiamo utilizzare del nastro adesivo per stabilizzare la struttura prima dell'incollaggio. Fissiamole con la colla a caldo e facciamole asciugare. 


Quando la colla si sarà asciugata e avrà tirato, rendendo stabile la struttura, possiamo prendere le due tavolette 10 x 10 rimaste e posizionarle per formare il tetto della casetta. Per centrare bene il tetto abbiamo due possibilità: 
  1. o prendiamo il centro della struttura, in questo caso 5 cm, e centriamo le tavolette a occhio (io in questo caso ho utilizzato questo metodo) 
  2. oppure possiamo facilitare la procedura tagliando uno stecchino o bastoncino che andrà fissato con del nastro adesivo al centro della struttura. Facciamo sporgere superiormente lo stecchino della misura del sottotetto (in questo caso ho deciso di fare il sottotetto alto 4 cm, quindi avrei dovuto far sporgere lo stecchino di 4 cm). 
Spero di chiarire eventuali dubbi con le foto


Incolliamo il tutto e lasciamo asciugare. 
Quando anche il tetto sarà asciutto, possiamo procedere con la preparazione delle canne, dei ramoscelli e delle tavolette. Dobbiamo andare a tagliare tutto questo materiale in modo che entri perfettamente all'interno del cubo che abbiamo formato (quindi in questo caso andiamo a tagliare tutto con una lunghezza di 10 cm). Stabiliamo una zona posteriore e una anteriore (quella posteriore andrà chiusa con un pannello di compensato quando tutte le parti saranno state posizionate e incollate all'interno) e facciamo in modo che le aperture delle canne siano rivolte tutte sulla parte anteriore (in questo modo gli insetti saranno invogliati ad entrare e nidificare all'interno dei tunnel).


Quando avremo tagliato e preparato tutti i bastoncini, le tavolette e le canne necessarie (la quantità di uno o dell'altro elemento può essere deciso in modo personale), procediamo con l'assemblaggio e l'incollaggio di tutte le nostre parti. Cerchiamo di formare spazi e cavità di diversa forma e dimensione, così da poter abbracciare il maggior numero di specie di insetti. Inoltre con il trapano, facciamo fori di diverso diametro sulle tavolette e sui rami che abbiamo utilizzato (i fori si possono praticare sia prima di incollare il pezzo, sia dopo averlo incollato. Io in questo caso li ho fatti dopo l'incollaggio).


A questo punto la nostra casa per insetti sarà quasi completa. Aggiungiamo gli abbellimenti. Io ho optato per un tetto fatto di rami, di diverse dimensioni e lunghezze, e per un rivestimento con un pannello di bambù (si può acquistare nei negozi di bricolage). Facciamo, sul pannello, con la matita il disegno dei lati della casa e ritagliamo. Poi incolliamo tutto con la colla a caldo.


Per poterla appendere facciamo due fori da entrambi i lati sulla parte posteriore, prima di chiudere la casetta con l'ultimo pannello, e inseriamo il filo di ferro. Ritagliamo l'ultimo pannello (io l'ho fatto a forma di casa, per risparmiare tempo, altrimenti possiamo anche tagliare due pezzi: uno quadrato e l'altro triangolare per il tetto) e incolliamolo con la colla a caldo dopo averlo forato per far passare il filo di ferro.


Rivestiamo anche la parte posteriore con il pannello di bambù e facciamo le rifiniture degli angoli. Siccome sarà destinato ad essere appeso alla ringhiera di un balcone, ho aggiunto alla fine un'asticella di legno nella parte inferiore e l'ho fatta sporgere 3 cm sulla parte posteriore. Incolliamo questa linguetta e la casetta è pronta.


Appendiamo la casa in un posto tranquillo e riparato. Gli insetti non utilizzeranno immediatamente la struttura, ma ci vorrà un periodo di tempo variabile di circa un anno. Questo perché essi devono abituarsi alla presenza della casetta e devono poter prendere confidenza con essa.


Quando inizierete a vedere che alcuni buchi vengono tappati e ci sarà un certo via vai che parte dalla casa, allora saprete che i vostri inquilini hanno gradito l'alloggio che gli avete preparato.

Non mi resta che augurarvi buona costruzione e buona coltivazione a tutti.



domenica 5 gennaio 2014

Cicadellidi, flagello dei balconi.

Buongiorno a tutti appassionati di verde e coltivazione in città. Oggi vi vorrei parlare di un insetto piccolo ma molto fastidioso, la cicalina. Questo esserino appartiene ad una famiglia di insetti, i Cicadellidi, che comprende una grandissima varietà di specie e sottofamiglie (circa 20.000 specie sono state descritte e molte altre vengono scoperte ogni anno), si trova praticamente in ogni parte del mondo e riesce a parassitare una grandissima varietà di specie di piante. Io sono venuto in contatto per la prima volta con questi piccoli cicadellidi circa 3 anni fa. Infatti acquistando una piantina di timo, ho ricevuto in regalo una grande quantità di insettini (per questo adesso dico che bisogna sempre controllare accuratamente ogni singolo centimetro di pianta prima di acquistarla e portarla nel proprio spazio verde).

Il mio sarà un discorso generale sulla famiglia dei Cicadellidi e non sulle singole specie, vista la grandissima quantità presente e l'impossibilità ad esaminare specie per specie.

I Cicadellidi o Jessidi, appartengono all'ordine degli Emitteri o Rincoti e al sott'ordine degli Omotteri. Sono la famiglia più numerosa degli Auchenorrhyncha. Sono conosciuti in agricoltura per via dei danni diretti e indiretti che provocano con le loro punture.


Andiamo a vedere nel dettaglio come sono fatti e come possiamo riconoscerli sul balcone o terrazzo:

Come si presentano: sono insetti piccoli, dai 2 ai 20 millimetri di lunghezza, con corpo ovoidale allungato e stretto. Il capo è largo e tozzo, più grande dell'addome. Sono brillantemente colorati, con dominanza del colore verde, ma si possono avere anche specie marroni, azzurre, screziate di nero, rosso, colorate; mentre allo stadio giovanile appaiono bianche, trasparenti. Presentano due paia di ali leggermente sclerificate (indurite), dette tegmine, che hanno funzione di protezione e spostamento. Nei maschi le tegmine sono più lunghe dell'addome, mentre nelle femmine sono generalmente più corte.  Sempre per lo spostamento hanno zampe posteriori di tipo saltatorio, che permette ai Jessidi di spiccare discreti balzi. L'apparato buccale è pungente e succhiante. Somigliano ai Cercopidi, ma si possono distinguere da essi tramite le coxe (punto di aggancio della zampa dell'insetto con il corpo) posteriori molto allargate e per una o più serie di piccole spine sulle tibie posteriori, che si presentano più angolose. Le femmine sono provviste di ovopositore. Anche i Cicadellidi hanno organi membranosi atti ad emettere suoni tipici, ma a frequenze non udibili per l'orecchio umano, che utilizzano durante il corteggiamento per "conquistare la femmina". Il riconoscimento preventivo è molto difficile se gli esemplari coinvolti sono in numero ridotto. Questo è dovuto al fatto che le dimensioni così ridotte di questi insetti rendono ardua la loro localizzazione.


La riproduzione: la riproduzione è sessuata e ovipara. Riescono a dar vita a 2-3 generazioni all'anno. Dopo l'accoppiamento le femmine depongono le uova creando fessurazioni, con il robusto ovopositore, nei fusti delle piante. Le uova possono rimanere inattive da pochi mesi ad un anno, permettendo ai Jessidi di superare con facilità l'inverno. Infatti, in base alla specie, i Cicadellidi possono svernare allo stadio adulto, riparandosi tra le fessure della corteccia o tra i resti di vegetazione secca, o come uova. Quando le condizioni atmosferiche sono ottimali, le uova, depositate prima dell'autunno, si schiudono in poche settimane e le giovani ninfe iniziano a nutrirsi effettuando punture trofiche con cui succhiano la linfa della pianta. Lo stadio adulto viene raggiunto dopo una serie di 5 mute e il tempo impiegato per effettuare un ciclo completo varia in base alla specie, andando da alcune settimane ad alcuni mesi. Per la riproduzione viene effettuato un corteggiamento da parte dei maschi, tramite suoni, richiami e canzoni. Dando vita a più generazioni durante l'anno, i Cicadellidi riescono ad essere presenti sulle nostre colture in ogni periodo, dalla primavera all'autunno. La velocità di colonizzazione di un balcone o terrazzo è molto veloce. Questo è dovuto sia per la rapidità di spostamento, sia per il numero di individui che vanno a costituire la colonia.


Piante colpite: possono colpire una grande varietà di piante, sul balcone le più soggette sono le aromatiche (timo, origano, maggiorana, santoreggia, menta, salvia, mentuccia, basilico), le piante da fiore (violaciocca, non ti scordar di me, bocca di leone, tagete, ecc.) e le orticole (valerianella, insalatina da taglio, peperoncini, pomodori, ecc.). Naturalmente le piante indebolite o coltivate in modo errato sono le più soggette a subire attacchi.

Quando compaiono: compaiono dall'inizio di marzo, con i primi caldi, per poi avere un boom nei periodi estivi, da giugno ad agosto. Il caldo è fondamentale per questi piccoli insetti. Durante l'inverno solitamente scompaiono, ma possono continuare la loro attività in serra o se il clima si mantiene mite. Quindi prima di riporre le piante al sicuro, in serra o in casa, è opportuno verificare che non vi sia la presenza dei Cicadellidi.


Che danni provocano: i Jessidi provocano diversi danni più o meno gravi, in base alla parte della pianta colpita e al numero di singoli individui. La caratteristica principale, con la quale possiamo riconoscere la presenza di questi parassiti è la comparsa, sulla pagina superiore delle foglie, di macchioline o puntini gialli o decolorati. Questo sintomo viene detto picchiettatura ed è il risultato delle punture fatte dall'insetto per nutrirsi. Naturalmente i danni aumentano con l'aumentare del numero dei Cicadellidi presenti su una pianta. Infatti la conseguenza principale di una picchiettatura massiccia è il deperimento della foglia o della parte colpita, che va incontro a necrosi e morte. Inoltre, alcuni danni, ma di minore entità, possono essere inferti dagli ovopositori ai fusti delle nostre piante, durante la deposizione delle uova. Questi sono i danni cosiddetti diretti. Invece i danni indiretti, sono la possibilità di infezioni, soprattutto virali, provocate dalla puntura degli insetti. Tramite l'apparato buccale possono inoculare nei tessuti verdi delle piante una grande quantità di virosi e, spostandosi da una pianta all'altra in uno spazio ristretto come un balcone o un terrazzo, diffondono facilmente la malattia.


Predatori naturali: esistono molti predatori naturali che parassitano o si nutrono dei Cicadellidi. I principali e più diffusi sono degli insetti appartenenti alla famiglia dei Mimaridi (tra cui ricordo la specie Anagrus atomus). Questi, essendo oofagi (predano e parassitano le uova), riescono a colpire alla base le Cicaline. Tra gli altri predatori abbiamo Meconema meridionale, Oecanthus pellucens, Chrysoperla carnea e alcune specie di acari. Anche piccoli ragni saltatori e non, possono aiutarci nella lotta ai Cicadellidi.  Importante è riconoscere la presenza di questi predatori naturali sul balcone. Infatti se presenti, è opportuno non utilizzare insetticidi (anche se naturali), per non danneggiare gli insetti utili.


Come combatterli sul balcone: le Cicaline non sempre rappresentano una minaccia così forte sui nostri balconi. Come già detto sopra, la loro pericolosità è direttamente proporzionale al numero di individui presenti. Se notiamo una presenza massiccia sulle nostre piante possiamo correre ai ripari utilizzando un insetticida naturale a base di Piretro (solitamente si diluiscono 12 ml in 5 litri di acqua, quindi per 1 litro si utilizzano circa 3 ml di prodotto). Questo è molto efficace sugli esemplari giovani, mentre per gli adulti ho notato una certa resistenza. Evitiamo di utilizzarlo se notiamo la presenza di insetti utili, come quelli che ho citato sopra. Altri metodi del tutto naturali per allontanare i Cicadellidi sono: l'utilizzo di infusi o macerati a base di ortica, peperoncino, sapone di Marsiglia. Durante il periodo autunno-invernale, vista la inattività della maggioranza degli insetti utili, possiamo effettuare nebulizzazioni a base di piretro preventive.

Spero di essere stato sufficientemente chiaro e utile a voi tutti amici ed appassionati di coltivazione. A presto e buona giornata a tutti.

mercoledì 1 gennaio 2014

Calendario delle fasi lunari di Gennaio 2014

Buon pomeriggio a tutti verdebalconisti e buon 2014! Abbiamo lasciato l'anno vecchio e adesso è tempo di pensare alla nuova stagione che arriverà. Questo è il primo post dell'anno nuovo e spero di poterne fare molti altri per raccontarvi le mie gioie ed esperienze nel piccolo spazio di verde che ho a disposizione.

Gennaio è un mese di transizione sui nostri balconi e terrazzi, infatti, se le temperature lo permettono, possiamo iniziare a piantare ortaggi e fiori, con l'ausilio di una serra, che andranno a dimora all'inizio della primavera. Altrimenti attendiamo, senza impazienza, l'arrivo di febbraio e di temperature più miti.

I lavori che possiamo effettuare in questo mese sono:

  • in Luna Calante possiamo: iniziare a potare, ripulire le piante togliendo parti secche o danneggiate, preparare il terreno nei vasi o cassette che ospiteranno le piante, concimare con letame maturo, preparare i semenzai e le serre per la semina, seminare lattughe da taglio, sedano, valerianella. 
  • in Luna crescente possiamo: iniziare a trapiantare piante acquistate in vaso e a piantare, se il clima lo permette, in semenzaio, i semi di melanzana, peperoni, pomodori, basilico, zucchine, piselli, fave, ravanelli, aglio, cipolla e fiori annuali. 
Le gelate sono ancora in agguato, quindi proteggiamo le nostre piante più sensibili con teli di tessuto non tessuto, rimuoviamo l'acqua in eccesso dai sottovasi per evitare ghiaccio e marciumi radicali. Manteniamo pulito il balcone o terrazzo e rimuoviamo le parti morte dalle piante.

Facciamo un progetto per sfruttare al meglio lo spazio a disposizione e posizionare nel modo giusto ogni pianta che vorremmo impiantare. Facciamo il punto sull'anno appena trascorso, valutando le colture che abbiamo coltivato e i risultati che ci hanno dato (frutti, fioriture, semi, ecc...). 

Ecco il calendario di Gennaio:


Buona coltivazione a tutti e a presto!