giovedì 27 febbraio 2014

Edera, regina degli interni.

Buona sera amici del verde e della coltivazione cittadina. Oggi vi vorrei parlare di una pianta molto diffusa e conosciuta sia allo stato selvatico sia come pianta ornamentale da interno e da esterno. Questa pianta così bella e decorativa è l'Edera, di cui la specie più diffusa è l'Edera comune il cui nome scientifico è Hedera helix.


Passiamo alla scheda di coltivazione in vaso e vediamo come trattare al meglio questo vegetale meraviglioso:

Nome: Edera comune, Edera, Hedera helix

Com'è fatta: pianta rampicante sempreverde, con fusti legnosi, radicanti e dall'aspetto lianoso. Le foglie sono verde scuro con macchie o sfumature più chiare, fino al bianco, in base alle diverse varietà. Sono coriacee, 3-5 lobate, obovate, nei rami sterili, mentre nei rami fertili sono ovoidali e appuntite (in appartamento difficilmente si avranno rami fertili). I fiori (ugualmente rari in appartamento) sono giallo-verdastri e sono organizzati in infiorescenze ad ombrello. I frutti sono bacche nerastre e tossiche. Le radici sono molto sviluppate e spuntano sui fusti legnosi fungendo da appiglio per la pianta che può così arrampicarsi su muri o tutori.


Dove è diffusa: l'Edera è originaria delle regioni euroasiatiche e mediterranee. La si può trovare comunissimamente nei boschi e nei luoghi ombrosi di tutta Italia fino ai 1000 metri di altezza. Molto diffusa anche come specie ornamentale è di facile reperibilità nei garden center e nei vivai in ogni stagione dell'anno, e in ogni varietà o specie.

Dove coltivare: l'edera non necessita di vasi eccessivamente ampi, bastano contenitori o ciotole di 20 cm di diametro al massimo. Per la sua naturale propensione ad arrampicarsi o a pendere consiglio di utilizzare vasi che si possono appendere alla parete o al soffitto, oppure posizioniamo il contenitore in un punto rialzato. In questo modo la pianta potrà far ricadere i propri rami creando un suggestivo effetto visivo.


Che terreno e come concimare: non ci sono particolari indicazioni da seguire per il terreno infatti l'Edera è una pianta molto rustica che ben si adatta a tutti i tipi di terriccio. L'unica accortezza da utilizzare è quella di utilizzare una composta soffice e ben drenante ma che mantenga sempre una certa umidità. L'Edera è abituata, nel suo habitat naturale, a un costante grado di umidità che noi dovremmo fornire attraverso il terriccio e l'ambiente in cui sarà posizionata. Evitiamo come sempre i ristagni idrici che, al contrario, provocano marciumi. Sul fondo del vaso posizioniamo uno strato di argilla espansa che aiuterà il drenaggio idrico ed eviterà i ristagni. Per quanto riguarda le concimazioni possiamo somministrare in primavera del macerato d'ortica diluito in dosi di 1:20 per favorire la ripresa vegetativa, ogni 2-3 settimane.

Come posizionare: essendo una pianta rustica, resiste bene anche alle basse temperature. Io la tengo in casa tutto l'anno e l'unica accortezza da seguire è quella di posizionare il vaso in un punto luminoso ma non esposto ai raggi diretti del sole. Infatti il sole diretto tende a seccare e bruciare le foglie. La luminosità è fondamentale per garantire una buona salute all'Edera e per accentuare le screziature più chiare delle foglie di determinate specie.


Quando innaffiare: le innaffiature devono essere regolari, facendo asciugare il terreno superficialmente tra un'innaffiatura e l'altra. In inverno riduciamo l'apporto idrico. In estate se l'ambiente dovesse presentarsi troppo secco, nebulizziamo acqua sul fogliame una due volte al giorno, consiglio di effettuare questa operazione al mattino e la sera. Le nebulizzazioni servono per garantire un'umidità ottimale alla pianta.

Quando piantare e trapiantare: l'Edera si moltiplica per talea. Il periodo migliore per effettuare questa operazione aspettiamo la tarda primavera. Si procede tagliando le talee ad una lunghezza di 10 cm dall'estremità dei tralci. Una volta tagliate posizioniamole o in un bicchiere con acqua, o in un contenitore di 5-8 cm con una miscela di torba e sabbia fine. Nel primo caso avremo una radicazione più sbrigativa, mentre nel secondo caso avremo piante più vigorose. In entrambi i casi copriamo il contenitore con della pellicola e manteniamo l'umidità e la temperatura il più possibile costante. Quando le nuove piantine avranno occupato con le radici tutto lo spazio necessario saranno pronte per il travaso e potranno essere trattate come adulte. Il trapianto successivamente andrà effettuato ogni 2-3 anni, aumentando il diametro del contenitore di 5 cm ogni volta. O comunque tutte quelle volte in cui le radici fuoriusciranno dai fori di drenaggio del vaso.


Come curare: l'Edera richiede alcuni accorgimenti particolari per svilupparsi al meglio in appartamento. Prima di tutto dobbiamo fare attenzione alla siccità ambientale, alla luce diretta del sole e alle troppe annaffiature. Nei primi due casi, siccità e luce diretta, avremo un appassimento, avvizzimento e decolorazione delle foglie. Per rimediare a questo facciamo una doccia alla pianta bagnandola completamente e posizioniamola in ambienti luminosi e lontani dalla luce diretta del sole. Nel secondo caso, eccessive annaffiature, avremo come sintomo l'annerimento fogliare. Per rimediare a questo rimuoviamo la parte colpita e sospendiamo le innaffiature fino a che non si sarà asciugato lo stato di terreno superficiale. Potiamo in primavera i tralci più lunghi o danneggiati, così da favorire lo sviluppo di nuovi germogli. Facciamo attenzione ai parassiti, come il ragnetto rosso, che possono comparire se la pianta ha subito stress ripetuti magari dovuti all'eccessivo ambiente secco.

Curiosità: l'Edera è uno dei simboli del dio greco Dioniso, colui che in romano divenne Bacco. Il mito narra che la pianta avvolse il corpo di Dioniso neonato proteggendolo dalle fiamme sprigionate dalla saetta di Zeus. L'edera viene detta "la nata due volte" per la sua duplice vita, in inverno i tralci sono smorti e le foglie sono lobate, mentre in estate c'è un'esplosione di vita e le foglie divengono di un verde brillante e di forma diversa. Per il suo modo di arrampicarsi e di resistere all'inverno è stata anche paragonata al serpente e al freddo della natura. Inoltre l'edera è una pianta velenosa, soprattutto le bacche, che provoca intossicazioni se assunta in modo inappropriato. I suoi principi attivi sono glucosidi, flavonoidi, alcaloidi e sostanze ormonosimili.

giovedì 13 febbraio 2014

Calendario delle fasi lunari di Febbraio 2014

Buonasera amici del verde e della coltivazione. Mi scuso per il ritardo nel pubblicare il calendario, ma ho avuto un bel po di problemini con l'università e altro. Comunque eccolo qui, finalmente pronto per voi.

Febbraio è il mese in cui possiamo concretizzare sempre di più la nostra voglia di piantare ed organizzare il balcone o il terrazzo per la primavera incombente. Facciamo attenzione alle gelate tardive di fine mese ed inizio Marzo. Infatti questi sbalzi termici bruschi ed improvvisi possono compromettere tutto il lavoro fatto fino ad ora.

Vediamo nel dettaglio quali lavori possiamo fare a Febbraio:

  • in Luna Calante possiamo: preparare il terreno dei vasi o delle cassette concimando e sostituendo quello esaurito, potiamo rose, arbusti caducifoglie, concimiamo le rose e le altre piante che andranno incontro a ripresa vegetativa primaverile con letame ben maturo e concimi a lenta cessione, piantiamo i bulbi dei fiori primaverili o estivi, seminiamo sedano, insalate da taglio, valerianella, bietola da coste, aglio, carote, rapa, ravanello, finocchio, lattuga, cipolle, spinaci, imbianchiamo il radicchio, ripuliamo le aromatiche dai rami secchi e le foglie avvizzite, eseguiamo potature di formazione.
  • in Luna Crescente possiamo: seminare e mettere a dimora le piante annuali che abbiamo acquistato o che sono divenute abbastanza grandi, come ad esempio il pisello odoroso o la calendula, seminiamo melanzane, cetrioli, meloni, peperoni, pomodori, piselli, zucchine, (per questi ortaggi bisogna utilizzare il letto caldo oppure verificare che le temperature non siano troppo basse), effettuiamo gli interventi antiparassitari.
In questo periodo sono di grande effetto le fioriture di bulbose come Crocus, Narcisus, Giacinto, Muscari. Questi sono tutte piante a fioritura precoce e che rallegrano e colorano i nostri balconi in previsione della primavera. Ricordiamoci di utilizzare del terreno acido e ben drenato per far crescere al meglio queste meraviglie.

Ecco il calendario di Febbraio:


Buon Febbraio, buona semina e buona coltivazione a tutti. 
Alla prossima.

domenica 2 febbraio 2014

Primula, fiore che annuncia la primavera.

Buonasera appassionati di verde e coltivazione, questa sera vi vorrei parlare di un fiore conosciutissimo e molto apprezzato per la sua fioritura copiosa e precoce, la Primula. Questo è un fiore rustico, resistente e che non richiede particolari attenzioni.
In questo caso parlerò della Primula in generale e non delle singole specie, infatti tutte condividono lo stesso metodo colturale. Tra le specie più diffuse ricordo: Primula obconica, Primula sinensis, Primula vulgaris o acaulis, Primula x kewensis (ibrido tra Primula sinensis e Primula floribunda).


Bene, passiamo adesso alle cose pratiche e alla scheda di coltivazione in vaso:

Nome: Primula

Com'è fatta: pianta erbacea, perenne, rizomatosa, in genere coltivata come annuale. Non presenta fusto, in quanto le foglie, rugose e crenato-dentate ai margini, lunghe 12 cm, ovato-spatolate o ovoidali e pubescenti (cioè ricoperte da una fitta e minuta peluria), sono riunite in rosette basali e nascono direttamente dal rizoma radicale. Il colore è verde smeraldo. Dal centro della rosetta fogliare, si sviluppano i fiori, semplici, semidoppi o doppi, in base alla specie, uno o più di uno, organizzati in ombrelle, dal profumo delicato e dai colori sgargianti e variegati, dal bianco al rosso, passando per viola, arancione, blu, giallo, ecc. Il periodo di fioritura varia da regione a regione, ma possiamo avere fioriture precoci da Dicembre fino ad Aprile-Maggio.


Dove è diffusa: il genere Primula comprende circa 500 specie diffuse in tutto il mondo. In Europa e in Italia abbiamo diverse specie indigene diffuse su tutto l'arco alpino e sull'Appennino settentrionale e centrale, tra cui ricordo due specie protette di grande fascino: Primula auricola e Primula farinosa. Diciamo che la diffusione a livello ornamentale è principalmente derivata da ibridi di Primula vulgaris. In questo periodo possiamo infatti vedere in ogni vivaio o garden center grandissime quantità di queste piante fiorite, in ogni colorazione.

Dove coltivare: la Primula è una pianta che non ha particolari esigenze. Richiede vasi al massimo di 15-20 cm di diametro per una singola pianta e abbastanza profondo. Mentre vanno benissimo ciotole di 30-40 cm per posizionare tre o quattro piantine insieme, così da creare anche un ottimo effetto visivo. Per i materiali, direi che il più indicato è la terracotta, per la traspirazione ottima, ma vanno benissimo anche vasi in legno, iuta o plastica.


Che terreno e come concimare: il terreno per la Primula, essendo una pianta di bosco, dovrà essere soffice, profondo, umido, ricco di sostanza organica e ben drenante. Si può utilizzare un mix di terriccio universale 35%, terriccio di bosco 40%, torba 10%, letame maturo 10% e sabbia di fiume 5%. Importantissimo è che non si formino dei ristagni idrici intorno alle radici, questo infatti, abbiamo ormai imparato, provoca marciumi radicali che non sono compatibili con la vita della pianta. Durante tutto il periodo della fioritura possiamo aggiungere un buon concime liquido ogni 15 giorni, ad esempio macerato d'ortica diluito in dosi di 1:10 con l'aggiunta di 1 cucchiaino di cenere per litro di acqua. Quando la pianta smetterà di fiorire, riduciamo gradualmente le concimazioni fino a sospenderle completamente.

Come posizionare: la Primula resiste bene alle basse temperature, mentre non sopporta molto le alte temperature, e non necessita di sole diretto per iniziare e mantenere una buona fioritura. Va bene qualsiasi posizione durante l'inverno, a patto che ci sia molta luce, mentre in estate, soprattutto durante i mesi più caldi e afosi (giugno, luglio e agosto) non lasciamola mai sotto il sole diretto, ma posizioniamola in una zona ombreggiata, fresca e ben illuminata. L'unica accortezza è quella di ripararla dal vento eccessivo. Quindi, si ad una posizione arieggiata, no ad una esposizione diretta sotto l'azione del vento. I fiori sono sensibili all'aumento delle temperature e appassiscono prima se la temperatura supera i 16°C. Quindi per il posizionamento scegliamo posti in cui le temperature si mantengano il più possibile al di sotto dei 15°C.


Quando innaffiare: il terreno va mantenuto sempre umido, soprattutto durante la fioritura, ma mai inzuppato. Come abbiamo già detto in precedenza, una eccessiva quantità di acqua nel substrato di coltura porta ad un ambiente asfittico, in cui le radici marciscono. Quindi annaffiamo regolarmente ma in modo pacato. Durante la somministrazione dell'acqua, facciamo attenzione a non bagnare le foglie e i fiori che potrebbero marcire. Con l'arrivo della primavera e dell'estate, se l'umidità nell'aria dovesse risultare insufficiente, è consigliabile posizionare dell'argilla espansa o dei ciottoli nel sottovaso della pianta ed aggiungere acqua. In questo modo, mettendo il vaso sui ciottoli, tramite l'effetto dell'evaporazione, manterremo una certa umidità intorno alla Primula.

Quando piantare e trapiantare: per la riproduzione abbiamo diverse possibilità. La semina è abbastanza complicata e, vista la grande varietà di ibridi, non sempre potremo avere i colori che desideravamo. Comunque vale sempre la pena tentare, quindi vi dirò come si può fare. Allora, prendiamo i semi e disponiamoli, in inverno (in serra) o in primavera, su un substrato composto da terriccio universale o compost misto a sabbia grossolana, in modo che possa rimanere umido ma non inzuppato. Ricopriamo le sementi con un sottile strato di terriccio e posizioniamo il contenitore in un luogo riparato e con temperature che rimangano costanti sui 16°C circa. Dopo 2-3 settimane, se siamo stati bravi e se i semi erano buoni, vedremo spuntare le nostre piccole Primule. Possono essere trapiantate e messe a dimora quando compaiono 4-5 foglie vere. Per il trapianto consiglio di effettuare quello con pane di terra e non a radice nuda (cioè mantenendo del terreno intorno alle radici). Oppure possiamo, in modo più semplice, praticare la divisione dei cespi delle piante più grandi, all'inizio della primavera e dopo la fioritura. Si prende la pianta, la si estrae dal vaso e si divide il pane di terra senza rovinare le radici e senza frantumare troppo la zolla. Una volta divisa, le piante così ottenute si mettono in singoli vasetti, in zone riparate e ombreggiate e si annaffiano. L'anno seguente saranno pronte per dare abbondanti fioriture.


Come curare: la Primula è una pianta rustica e resistente che non richiede cure particolari. Bastano solo pochi e semplici accorgimenti per garantire la salute ed una fioritura lunga e copiosa alle nostre piantine. Prima di tutto attenzione all'eccesso di acqua e alla scarsa areazione che provoca marciumi e comparsa di muffa grigia. Questa è una muffa che compare con macchie brune marcescenti e granelli nerastri (sclerozi), e si propaga velocemente anche sulle parti sane. Si può tentare di combattere la muffa grigia con un macerato di equiseto (1 Kg di pianta fresca in 10 l di acqua e poi diluito con acqua in rapporto 1:5 prima di irrorarlo), oppure se la propagazione è abbondante si deve procedere con la rimozione delle parti colpite e la loro distruzione. Può anche essere colpita da ragnetto rosso o afidi. In questo caso conviene tentare una rimozione manuale dei parassiti, nelle fasi iniziali, oppure utilizzare macerati appropriati, come il macerato d'ortica o assenzio, oppure insetticidi naturali, come il piretro (rimando al post sugli afidi per approfondimenti: http://verdebalcone.blogspot.it/2013/05/afidi-piccoli-e-temibili-avversari.html).
Tra le cure colturali rimuoviamo i fiori appassiti e le foglie morte e ingiallite per stimolare l'emissione di nuovo fogliame e nuovi boccioli.

Curiosità: iniziamo con l'indicare la derivazione del nome Primula. Esso deriva dal latino Primus (primo) che sta ad indicare la precoce fioritura e comparsa di questi fiorellini sui prati. Proprio questa precocità ha fatto divenire questo fiore il simbolo della prima giovinezza.
Una leggenda narra che la prima Primula (indicata con la specie Primula veris) sbocciò grazie a San Pietro. Infatti il Santo gettò le chiavi dal paradiso, poiché il Signore ne aveva richiesto un nuovo paio, e cadendo sulla terra fecero spuntare questa pianta. I suoi fiori gialli sarebbero associati ad un mazzo di chiavi tanto che viene chiamata anche "bunch of keys" (mazzo di chiavi).
La Primula è anche un segno di buona fortuna poiché sbocciando preannuncia l'arrivo della primavera.
Inoltre è una pianta apprezzata anche per le proprietà medicamentose, medicinali e magiche.


Spero di esservi stato utile. Per qualsiasi chiarimento o domanda non esitate a contattarmi. 
Buona coltivazione e buona domenica a tutti: