venerdì 28 giugno 2013

Elicriso, scheda di riconoscimento e coltivazione in vaso.

L'elicriso è una aromatica molto versatile, ottima sia come pianta ornamentale, sia come ingrediente per i nostri piatti di carne o per le salse, sia come aggiunta per fantastiche composizioni di fiori secchi. I suoi capolini fioriti e profumati attirano preziosissimi insetti impollinatori, contribuendo alla conservazione della biodiversità sui nostri balconi e terrazzi, e sono una gioia per gli occhi. Inoltre il suo profumo di liquirizia rende l'aria deliziosa. Ho comperato per caso una pianta lo scorso Marzo e devo dire che mi ha fatto letteralmente innamorare. Consiglio a tutti la coltivazione di questo cespuglietto.


Passiamo subito alla scheda di riconoscimento e coltivazione.

Nome: Helichrysum italicum

Com'è fatto: pianta legnosa con rami erbacei perenne e intensamente aromatica. Si sviluppa in cespugli alti 30-40 cm. La radice è legnosa di colore rossastro. I fusti sono prostrato-ascendenti, contorti, senza rami, ricoperti da una peluria feltrosa bianco-grigiastra, che si stacca al tatto. Le foglie sono sessili, lineari-filiformi, con margine ripiegato verso il basso. Si organizzano sui fusti in modo alterno e fitto. Sono di colore verde argentato e anch'esse ricoperte di peluria. I fiori, di colore giallo dorato brillante,  si organizzano in grappoli densi all'apice dei fusti fogliari e, pur avendo inserzioni di differenti altezze, terminano tutti alla stessa altezza. Fiorisce da Aprile a Settembre. Il seme è contenuto in un frutto di colore bianco, ed è dotato di un ciuffo su un'estremità (pappo) che ne facilita la disseminazione.


Dove è diffuso: originario dell'Europa Meridionale, è diffuso su quasi tutto il territorio italiano dal piano agli 800 metri. Cresce in ambienti aridi, siccitosi, assolati, rocciosi o sabbiosi.

Dove coltivare: è una pianta rustica che si adatta bene alla coltivazione in vaso. Si possono utilizzare vasi, cassette o altri contenitori di diametro minimo di 25-30 cm. Controllare che i fori di drenaggio siano sufficientemente ampi, in quanto i ristagni sono fatali per questa aromatica.


Che terreno e come concimare: utilizzare un terreno sabbioso, soffice e leggero. Per ottenere un ottima miscela si può unire sabbia e terriccio universale. Posizionare sul fondo del vaso uno strato di argilla espansa o ciottoli per far drenare l'acqua. Evitare terreni argillosi. Non necessita di concimazioni, preferendo terreni poveri. Soltanto ogni due anni, quando si effettua il travaso in un contenitore più ampio, è consigliabile effettuare una concimazione di partenza con stallatico maturo.

Come posizionare: predilige le posizioni in pieno sole. Molto resistente alla siccità, alle alte temperature e al vento. Resiste bene anche al freddo moderato. Dove le temperature scendono di molto sotto lo zero è consigliabile proteggere la pianta con teli o spostarla in serra fredda.


Quando innaffiare: bisogna attendere sempre che il terreno si asciughi tra una innaffiatura e l'altra. Possiamo anche aspettare che la pianta stessa ci segnali quando necessita di acqua, infatti l'elicriso tende ad appassire leggermente i fusti se ha carenze idriche. Quando ci accorgiamo di questo segnale possiamo innaffiare tranquillamente.

Quando piantare e trapiantare: la propagazione per seme è piuttosto semplice. Se utilizziamo semi raccolti da noi, è consigliabile piantarli il prima possibile per sfruttare al massimo il potere germinante. Inserire i semi in un terriccio sabbioso verso Marzo-Aprile. Quando le piantine avranno raggiunto un'altezza di 10 cm, saranno pronte per la messa a dimora in un vaso di almeno 25 cm. Successivamente sarà necessario travasare le piante in un nuovo contenitore, più ampio di almeno 10cm, ogni 2 anni. Si può anche propagare l'elicriso per divisione dei cespi, in primavera, e per talea.


Come curare: non necessita di particolari cure. Bisogna rimuovere le parti morte o secche per evitare malattie. Facciamo molta attenzione ai ristagni idrici. Non sono necessarie potature, a meno che non servano per mantenere o ridare la forma cespugliosa. l'elicriso può essere attaccato da afidi, soprattutto durante il periodo della fioritura, e da marciume radicale.

Quando raccogliere: le foglie si possono raccogliere fresche per tutta la stagione calda, o si possono essiccare (per come essiccare rimando a: http://verdebalcone.blogspot.it/2013/06/larte-di-raccogliere-ed-essiccare-le.html) e conservare per la stagione fredda. Le foglie, per il sapore che ricorda quello del curry, sono ottime da utilizzare sui piatti di carne, risotti e salse. I fiori vanno raccolti prima che sfioriscano e si possono utilizzare freschi o secchi in tisane e infusi.

 
Curiosità: il nome elicriso deriva dal greco "elios" (sole) e "crysos" (oro), quindi sole d'oro in riferimento al colore dei capolini fioriti. In passato era collegato al culto del Dio Sole. Si credeva che fosse una pianta immortale perché i fiori, anche se secchi, non perdono il loro colore brillante, facendo sembrare la pianta sempre viva. Da questo derivano alcuni nomi volgari come: semprevivo o perpetuino. Per questa sua caratteristica i fiori sono molto utilizzati per composizioni di fiori secchi molto spettacolari.
L'elicriso ha proprietà antiallergiche, mucolitiche, antibatteriche, antimicotiche, antinfiammatorie, antireumatiche, antinevralgiche, lenitive, astringenti, sudorifere, stimolanti della circolazione e protettive dei tessuti e del fegato.

martedì 18 giugno 2013

L'arte di raccogliere ed essiccare le erbe aromatiche.

In questo periodo le erbe aromatiche che coltiviamo sul balcone sono nel punto di massimo splendore. I nuovi germogli sono cresciuti rigogliosi, alcune stanno mettendo bellissimi e profumati fiori e noi possiamo usufruire dei loro aromi in qualsiasi momento. Purtroppo però non sarà così per tutta la durata dell'anno.
Perciò dobbiamo correre ai ripari essiccando e conservando nel modo giusto il nostro prezioso raccolto, in modo da avere sempre a disposizione, nella nostra dispensa, i profumi e le fragranze della bella stagione.
Le erbe così ottenute hanno almeno 3 vantaggi fondamentali rispetto alle stesse magari acquistate al supermercato:
  1. Sono coltivate da noi e quindi prive di tracce di pesticidi e fungicidi
  2. Conosciamo l'origine (il nostro vaso di casa), il giorno di raccolta e il metodo di coltivazione
  3. Sono assenti completamente conservanti o altri aromi sintetici
Credo che questi 3 punti siano fondamentali in un periodo in cui è sempre più difficile conoscere con precisione ciò che mangiamo.
Inoltre, altro fattore non trascurabile è la soddisfazione personale di poter condire i nostri piatti con erbe cresciute da noi con pazienza e tenacia.
A tutto questo direi che si può aggiungere, per chiudere in bellezza, anche il risparmio economico, che non guasta mai.

Per preservare tutti i principi attivi e le qualità aromatiche, organolettiche e olfattive delle piante, risulta fondamentale effettuare nel modo giusto ogni stadio della raccolta e della conservazione.

Raccolta delle erbe

Le foglie: vanno raccolte rispettando il più possibile la pianta da cui le prendiamo. Ogni aromatica avrà le sue esigenze, ad esempio: il basilico andrà cimato per mantenere la chioma folta, mentre nel prezzemolo andranno colte le foglie esterne senza toccare i germogli centrali, nella salvia e nel timo si dovrà evitare di far lignificare il fusto cimando e stimolando la crescita di nuovi germogli, l'origano e la maggiorana andranno invece tagliati completamente a 2-3 cm dal terreno.
Il periodo migliore per raccogliere le foglie è, seguendo una regola generale, prima della fioritura, poiché in quel momento la concentrazione di oli essenziali nei tessuti della pianta è massima. Questo viene detto Tempo Balsamico. Esso poi è influenzato da diversi fattori, tra cui: luogo, specie vegetale, stagione.
L'ultima raccolta deve essere effettuata prima della stagione autunnale, per permettere alle piante di prepararsi al riposo invernale.
Anche il momento della giornata in cui si raccoglie ha la sua influenza. Le foglie vanno prelevate al mattino presto, quando il sole ha già asciugato la rugiada mattutina.

Le radici: vanno raccolte generalmente in autunno. Questo perché l'erba è alla fine del ciclo vegetativo, appassisce e gli oli essenziali vengono concentrati ed immagazzinati proprio nelle radici come risorsa per l'inverno.

I semi e i frutti: vanno raccolti quando sono completamente maturi e prima della caduta a terra. Ad esempio nell'anice bisogna attendere che gli steli fioriti siano secchi prima di poter raccogliere i semi.

I fiori vanno raccolti al momento della fioritura e quando si schiudono completamente.

Preparazione delle erbe

Tutto ciò che abbiamo raccolto, andrà esaminato per verificare l'integrità e l'assenza di malattie e marciumi. Dopo il taglio procederemo al lavaggio per togliere eventuale pulviscolo o terra. In questa fase bisogna evitare di prolungare troppo i risciacqui a causa del rischio di perdere parte dell'aroma. Poi passeremo all'asciugatura mediante un panno morbido e pulito. Asciugare bene significa evitare la formazione di muffe e marciumi durante l'essiccazione, quindi facciamo attenzione a questo passaggio.
Se le erbe non sono "sporche" si può anche evitare il lavaggio.
Un'asciugatura corretta e un'attenta osservazione sono passaggi fondamentali per la buona riuscita della successiva essiccazione.
Ricordiamo inoltre di rimuovere le parti danneggiate o malate, per non compromettere l'intero raccolto.


Essiccazione delle erbe: procedimento mediante il quale si ha una disidratazione della parte vegetale, mantenendo però forma, colore e oli essenziali.

Per questo metodo sono necessari 3 parametri:
  1. Temperatura: deve essere compresa tra 20°C e 35°C
  2. Aria: deve essere il più possibile asciutta e ci deve essere un ottima circolazione
  3. Oscurità: il luogo deve essere in penombra e non ci deve mai essere il sole diretto
Le erbe vanno raggruppate in mazzetti e legate con uno spago o cordino. Questi poi andranno appesi a testa in giù. In un luogo buio, ventilato e privo il più possibile di umidità.
Un altro metodo è quello di sparpagliare su un vassoio con carta assorbente le parti da essiccare. In questo caso controlliamo ogni 3-4 giorni la carta e cambiamola se necessario (cioè quando:  ingiallisce, risulta bagnata o viene ricoperta dalla polvere).

 
I frutti, come i peperoncini, possono essere cuciti insieme con ago e filo per creare delle catene di grande effetto ottico.
Le radici, come l'aglio, possono essere intrecciati proprio come si farebbe con una ciocca di capelli.


Si dovrebbero evitare luoghi come la cucina o il bagno, per l'umidità elevata provocata dal vapore acqueo delle pentole e dei rubinetti. Sono ottime le camere, i camini, stando attenti che non vi sia eccessivo calore; le soffitte e le cantine, purché non umide; o le dispense, purché vi sia circolazione di aria.
Volendo, per velocizzare il processo, si può anche utilizzare il forno di casa. In questo caso è importante utilizzare un forno ventilato e non eccedere troppo con la temperatura, ottimale intorno a 30°C, poiché brucerebbe le piante. Stiamo anche attenti all'aria sprigionata dalla ventola stessa che potrebbe sparpagliare le parti più piccole.

 
Le foglie saranno pronte dopo una-due settimane. Un parametro utile per misurare il livello di essiccazione è la facilità con la quale si sbriciolano se sfregate fra le dita. Quindi, saranno pronte per essere immagazzinate nei barattoli quando si sbricioleranno facilmente.


I fiori potranno essere riposti nei contenitori quando emetteranno un fruscio caratteristico. I petali sono molto fragili quindi ad essiccazione ultimata appariranno come "carta velina".
I semi e le radici hanno un tempo di essiccazione più lungo, intorno alle 2 settimane. Per velocizzare il processo è possibile essiccare queste parti anche al sole e le radici possono essere tagliate in fettine sottili.


Dopo la completa essiccatura si ripongono le erbe in barattoli di vetro o ceramica, chiusi ermeticamente. Andrà applicata su ogni contenitore un etichetta con: data di raccolta, nome della pianta e data di immagazzinamento.


Essiccare va bene per: timo, salvia, lavanda, peperoncino, origano, maggiorana, coriandolo, rafano, anice, menta, mentuccia, rosa, camomilla, melissa, aglio, ecc.

Non è indicata per tutte quelle erbe delicate come il basilico o il prezzemolo. Anche l'erba cipollina, vista l'abbondante componente di acqua nei tessuti vegetali, non risponde bene all'essiccamento.

Se possibile sarebbe meglio rinnovare le erbe ogni 2 anni.

I mazzetti e i barattolini per conservare le erbe sono anche molto decorativi. Possiamo sbizzarrire la fantasia e creare vere e proprie opere d'arte negli angolini delle nostre abitazioni. Possiamo comprare o decorare noi stessi i contenitori per le nostre erbe.


Spero di esservi stato utile. Vi auguro una buona raccolta ed essiccazione.

mercoledì 12 giugno 2013

Petti di pollo alle erbe aromatiche.

Quest'oggi vi propongo una ricetta che stuzzica l'appetito e rinvigorisce lo spirito. Può essere utilizzato sia come piatto unico, magari utilizzando come contorno una buona insalatina da taglio, sia come secondo piatto. Ho utilizzato una carne bianca (il petto di pollo) per le qualità organolettiche, che si sposano perfettamente con le erbe, e perché celebrata da ogni nutrizionista per i nutrienti in essa contenuti. Non ci resta che andare a vedere la preparazione di questo piatto facile e appetitoso.


Ingredienti

Gli ingredienti per la nostra ricetta sono:
  1. Petti di pollo: prendiamoli freschi (possibilmente non surgelati) dal nostro rivenditore di fiducia.
  2. Erbe aromatiche: maggiorana, origano, rosmarino, timo e salvia (tutte coltivate nel nostro prezioso spazio verde).
  3. Peperoncino: per rendere il tutto più piccante.
  4. Olio d'oliva: (immancabile nei piatti)
  5. Sale: quanto basta.
Si possono anche aggiungere altre erbe, magari quelle che ci piacciono di più. La personalizzazione è fondamentale per la riuscita di ogni piatto.

Le dosi

Per ogni petto di pollo va utilizzato un pizzico di ogni erba, quindi se andiamo a cuocere 3 petti, possiamo utilizzare 3 pizzichi di ogni aromatica. Naturalmente anche per le dosi possiamo sbizzarrire la nostra fantasia e il nostro gusto personale.

Preparazione

Prendiamo una padella, cospargiamola di olio e mettiamola sul fuoco. Aspettiamo qualche minuto e aggiungiamo le erbe e il peperoncino.


Facciamo soffriggere per qualche minuto e, una volta che l'olio avrà raggiunto la giusta temperatura (ce ne rendiamo conto perché le erbe inizieranno a friggere in modo più deciso), andremo ad adagiare nella padella i nostri petti di pollo.


Facciamo cuocere per bene prima un lato e poi l'altro (quando il petto di pollo è cotto si colora di bianco). Lasciamo che il sapore e l'odore delle aromatiche invadano il pollo e l'aria.


A questo punto non ci resta che porre in un piatto e gustare la nostra carne. 


Buon appetito e buon divertimento a tutti!

giovedì 6 giugno 2013

La Salvia, scheda di riconoscimento e coltivazione in vaso.

Oggi vi vorrei parlare di una aromatica molto popolare sui nostri balconi, la Salvia. Quest'erba così apprezzata per aromatizzare piatti di carne, e non solo, ha preso velocemente piede, o sarebbe meglio dire radice, nei nostri vasi, non solo per l'utilizzo culinario, ma anche per la semplicità di coltivazione, per le bellissime fioriture e per l'aroma intenso che sprigiona. Tra le varie specie ornamentali e non, a parte la S. Officinalis di cui parlerò, alcune delle più belle sono: S.O. Latifolia (a foglie molto grandi), S.O. Kew Gold (foglie piccole di colore giallo intenso), S.O. Purpurascens (con foglie rosse), S.O. Icterina (con foglie verdi contornate di giallo) o S.O. Tricolor (con foglie di colore giallo, verde e rosso).


Vediamo nel dettaglio la scheda:

Nome: Salvia Officinalis o Salvia Comune

Com'è fatta: pianta cespugliosa perenne, con fusti ramificati erbacei alti 30-70 cm e legnosi alla base. Le foglie picciolate, di colore verde-grigiastro e coperte di peluria, sono oblungo-lanceolate e spesse. Il profumo è pungente e molto aromatico. I fusti fioriferi si sviluppano a partire dal centro dei fusti fogliari e le infiorescenze compaiono sull'apice di essi. I fiori blu-violacei, sono raccolti in spighe. Fiorisce da Maggio ad Agosto.


Dove è diffusa: la pianta originaria dell'Europa Mediterranea conta ben 900 specie ed è presente allo stato selvatico su quasi tutto il territorio Italiano. La Salvia cresce nei luoghi aridi tra le pietraie, dal piano a 500 metri. La specie più diffusa in modo spontaneo è la Salvia Pratensis, riconoscibile per le foglie non molto aromatiche, ma ugualmente utilizzate in cucina, e per i bellissimi fiori violacei.

Dove coltivare: è una pianta rustica che si adatta bene ad ogni situazione, ma se si vuole un raccolto abbondante e un ottimo sviluppo, essendo una pianta che cresce molto, conviene utilizzare vasi di 30-35 cm di diametro, ciotole o cassette. Molto utile è controllare che i fori di drenaggio dei contenitori siano sufficientemente grandi, per evitare ristagni idrici fatali.


Che terreno e come concimare: il terreno deve essere leggero, calcareo e ben drenato. Si possono utilizzare miscele di sabbia e terriccio universale. Non va utilizzato terreno argilloso o che permetta accumuli di acqua tra le radici. Durante la preparazione del terreno si deve miscelare anche un buon 30% di stallatico o letame maturo come nutriente di fondo. Successivamente non sono necessarie concimazioni. Solo durante la ripresa vegetativa in primavera va aggiunto stallatico o altro nutriente organico per stimolare la vegetazione.

Come posizionare: predilige le posizioni calde e in pieno sole, meglio le esposizioni a sud, sud-est. Resiste bene alla siccità e alle alte temperature. Teme i ristagni idrici, che provocano marciumi, e le basse temperature per periodi prolungati. Se si trova in zone fredde va protetta con teli e paglia. Può essere consociata con Rosmarino, per le affini metodiche di coltura.


Quando innaffiare: attendere sempre che il terreno si asciughi tra una innaffiatura e l'altra. Evitare assolutamente di impregnare il terreno e di bagnare le foglie durante le irrigazioni.

Quando piantare e trapiantare: la moltiplicazione è facile sia per seme che per talea. Però si preferisce la seconda perché più veloce e sicura. Comunque per chi volesse provare la semina, si effettua Febbraio-Marzo, al coperto in semenzaio, o, se le temperature si mantengono sopra i 20°C, direttamente a dimora da Marzo-Aprile. La talea invece, va raccolta e messa a radicare in autunno al coperto. Qui svernerà fino alla primavera successiva, quando potrà essere messa a dimora la nuova piantina.  Si può effettuare anche la propagazione per divisione dei cespi. Il trapianto in vaso più grande o a dimora, si effettua in primavera a partire da Marzo-Aprile, facendo però attenzione a possibili gelate tardive.

Come curare: per mantenere il portamento cespuglioso e per evitare la lignificazione dei fusti, è utile potare i rami verdi, così da favorire nuovi germogli. Vanno asportate le foglie danneggiate e secche, per evitare proliferazioni fungine e parassitarie. La Salvia può essere colpita da parassiti come gli Afidi, soprattutto durante la fioritura, o la Cicalina. Entrambi possono essere rimossi manualmente, se abbiamo pochi esemplari, o con insetticidi naturali come il piretro. Inoltre abbiamo malattie fungine come l'Oidio (mal bianco), che si sviluppa se c'è elevata umidità e poco ricircolo di aria, risolvibile con preparati a base di zolfo; o la ruggine, trattabile con macerati di equiseto e asportando le parti colpite. Inoltre, come già detto, in caso di irrigazioni eccessive, si possono avere marciumi radicali che compromettono tutta la pianta. Per esperienza personale, consiglio di rinnovare completamente le piante ogni 3-4 anni per via della lignificazione dei fusti, che fa produrre meno foglie.

Quando raccogliere: le foglie vanno raccolte preferibilmente di mattina e prima della fioritura della piata, quando è massima la concentrazione di oli essenziali. Inoltre per avere un aroma ancora più intenso consiglio di raccogliere la Salvia in Luna Crescente. Una volta recise le foglie possono essere consumate fresche, in insalate, cotte, fritte, o essiccate, in luogo asciutto e ventilato, e conservate al buio in recipienti a chiusura ermetica.


Curiosità: fin dai tempi degli antichi Romani la Salvia era nota per le virtù terapeutiche e per questo deve il suo nome al termine latino "salus" che significa salute. Ha proprietà antinfiammatorie, antisettiche, antisudorifere, astringenti, cicatrizzanti e digestive. Attenzione, l'assunzione prolungata e in dosi eccessive può essere tossica per il sistema nervoso a causa della presenza del Tujone. In cucina è tra le aromatiche più usate. Tra le ricette la più famosa è sicuramente il condimento per la pasta "Burro e Salvia".