venerdì 31 maggio 2013

Calendario delle fasi lunari di Giugno 2013

Cari verdebalconisti, pubblico questo calendario per farvi avere un punto di riferimento che vi aiuti a ricordare le varie fasi lunari e il giorno in cui avvengono i passaggi. Spero che possa esservi utile per coltivare bene e avendo una spinta in più dalla Luna!


Per chi volesse più informazioni sulla coltivazione seguendo le fasi lunari, rimando al post: http://www.verdebalcone.blogspot.it/2013/04/coltivare-con-la-luna.html
Buona giornata a tutti!

giovedì 30 maggio 2013

Afidi, piccoli e temibili avversari.

I nostri balconi sono oasi verdi in mezzo al cemento, li curiamo, ci dedichiamo a loro e li facciamo crescere con passione e dedizione. Dall'alto delle nostre terrazze guardiamo in basso, certi che niente e nessuno possa attaccare o disturbare le nostre creature verdi. Ma siamo certi che sia proprio così?
In effetti no! L'altezza, per chi si trova ad abitare ai piani alti e se si può considerare come un punto di forza, salva fino ad un certo punto. Infatti anche i nostri amati spazi verdi vengono giornalmente attaccati e messi alla prova da insetti, funghi, muffe e marciumi. La selezione naturale agisce ovunque e noi non possiamo avere la presunzione di bloccarla, però la possiamo aiutare, magari salvando la nostra pianta preferita dai parassiti, o facendo crescere nel modo giusto ogni specie presente nel nostro piccolo habitat domestico.

I parassiti sono un capitolo immenso, che comprende una grande quantità di specie diverse e variegate. La maggioranza appartiene alla classe degli Insetti.

Gli Afidi sono appunto insetti, che appartengono all'ordine degli Emitteri (70.000 specie nel mondo). Sono molto dannosi in agricoltura, non solo per i danni diretti alle colture, ma anche per le numerose malattie che veicolano nelle piante con la loro puntura.
Sono anche i più diffusi e, credo che ad ognuno di noi "agricoltori in miniatura" sarà capitato o capiterà almeno una volta nella vita, di vedere questi piccoli e in apparenza graziosi insettini su una delle nostre piante.


Vediamo nel dettaglio come sono fatti e come riconoscerli.

Come si presentano: Sono piccoli, 2 - 4 mm di lunghezza, con corpo piriforme, il capo è stretto e l'addome è rotondeggiante, e colore variabile, verde, giallo, nero, grigio, violaceo. Alcuni presentano 4 ali trasparenti, 2 più grandi e 2 più piccole, che utilizzano per spostarsi da una pianta all'altra. Quando sono in posizione di riposo le ali sono disposte a tetto sull'addome. Il carattere predominante degli Afidi sono 2 tubuli, detti sifoni, sempre presenti ai lati dell'addome che emettono un liquido ceroso in grado di proteggerli dai predatori. Hanno un apparato buccale pungente e succhiatore con il quale provocano micro traumi al vegetale che li ospita. Osservandoli da vicino si può notare un movimento ondulatorio caratteristico che utilizzano per perforare le pareti della pianta colpita.


La riproduzione: ci sono più generazioni di questi insetti in un solo anno. Le uova si schiudono in primavera, dopo aver superato l'inverno, e producono femmine senza ali dette "fondatrici", in grado di riprodursi in modo asessuato (sena riproduzione). Una volta divenute adulte ed essendo in grado di riprodursi senza accoppiamento, queste iniziano a deporre uova da cui nascono giovani attivi. Così passano molte generazioni, alcune anche alate, fino a che non si giunge all'autunno. Arrivati a questo punto si forma una generazione mista di maschi e femmine, questa volta sessuate, che dopo essersi accoppiate, deporranno le uova fecondate che sverneranno per ripartire la primavera successiva. Questa alternanza di asessuato - sessuato e alato - non alato, gioca un ruolo fondamentale nella velocità di propagazione degli afidi.


Piante colpite: possono colpire ogni specie vegetale indifferentemente. La loro presenza viene favorita da scarsa circolazione di aria tra le piante e da scarso apporto idrico. Le piante sofferenti per sbagliato metodo di coltura, sono le più favorite ad attacco.

Quando compaiono: da Marzo - Aprile, scompaiono quando la temperatura è troppo afosa e umida, per poi riapparire alla fine di Agosto, fino alla comparsa del freddo. Sui nostri balconi o terrazzi possono svernare anche gli adulti trovando riparo nelle serre o sotto i teli di copertura. Le formiche sono grandi alleate di questi insetti. Riescono a creare dei veri e propri "allevamenti intensivi" offrendo protezione agli Afidi in cambio della melata zuccherina di cui vanno ghiotte.


Che danni provocano: moltiplicandosi a grande velocità creano delle colonie fittissime che sembrano come un guanto su giovani fusti, germogli, steli e boccioli. Essendo succhiatori, perforano il tessuto vegetale con il loro apparato buccale per nutrirsi di linfa. Questo crea un deperimento generale della pianta fino a comprometterne la crescita e provocarne il disseccamento. Il liquido ceroso che emettono essendo zuccherino e appiccicoso, crea una patina lucente sui fusti e le foglie che porta ad asfissia le parti colpite e blocca il processo di fotosintesi. Inoltre sono fonte di trasmissione di malattie da una pianta all'altra, inoculando o lasciando entrare virus e funghi attraverso i traumi provocati alla parete del vegetale.


Predatori naturali: i più voraci predatori degli Afidi e anche i più conosciuti, sono le Coccinelle. Questi insetti, sia allo stadio adulto che larvale, sono grandissimi divoratori di Afidi, riuscendo a consumarne centinaia al giorno. Altri predatori sono: i Neurotteri, il cui rappresentante principale è la Crisoperla (Crhysoperla Carnea Stephens), e le larve dei Sirfidi, tra cui ricordiamo Episyrphus balteatus e Eupeodes corollae.


Come combatterli sul balcone: prima di tutto va effettuata un'ottima prevenzione coltivando ogni specie vegetale secondo le sue necessità così da mantenerla forte, vigorosa e in salute. Se poi per vari motivi si dovesse instaurare ugualmente un attacco, possiamo avvalerci di vari presidi per correre ai ripari. Gli insetti antagonisti sopra citati hanno bisogno di grandi quantità di Afidi per completare il loro ciclo biologico, perciò non sempre attecchiranno bene sui nostri balconi o terrazze. Per questo possiamo utilizzare una serie di rimedi per controllare e tenere a bada le popolazioni poco numerose. Possiamo utilizzare: Ortica, Equiseto, Assenzio, Felce Aquilina, Sapone di Marsiglia, Alcool, Peperoncino, Piretro, Propoli ecc... Parlerò di come utilizzare questi rimedi e come preparare infusi, decotti e macerati prossimamente, in un altro post, perché credo che questo argomento meriti un discorso a parte e fatto bene.

Naturalmente non dobbiamo dimenticare che gli Afidi fanno comunque parte di un ecosistema e quindi sono utili per mantenerlo intatto e stabile. Credo e sono convinto che ognuno di noi dovrebbe mantenere almeno una pianta destinata ad essere parassitata per incrementare ed invogliare il ritorno degli insetti utili, sempre più assenti nelle nostre città, perché devastati dall'inquinamento e dall'uso indiscriminato di insetticidi e pesticidi industriali.

Cerchiamo di ritornare al naturale. D'altronde un balcone senza insetti è come una casa senza finestre, non c'è vita e non è affatto funzionale.

Grazie a tutti e buona coltivazione!

giovedì 23 maggio 2013

Una ricetta fresca e salutare.

Questa settimana vi vorrei proporre una ricetta semplicissima ma gustosa, che ho provato recentemente. Si tratta di pasta con rucola, pomodorini pachino e mozzarella. La preparazione è facile, veloce e, cosa più importante, per realizzarla possiamo utilizzare i prodotti coltivati da noi, sul nostro balcone.


Ingredienti

Allora per cominciare gli ingredienti per il condimento sono:
  1. Pachino (per il loro sapore dolce e intenso, e per l'ottima riuscita in balcone)
  2. Rucola (che contrasta il dolce del pomodoro per il suo sapore acre e leggermente piccante, e per la facilità di coltivazione in vaso)
  3. Mozzarella (meglio se "ovoline",  ma vanno benissimo anche le mozzarelle normali, reperibili in qualsiasi supermercato)
  4. Olio d'oliva (da mettere a crudo; ottimo e salutare è un tocco di salute in ogni piatto)
  5. Un pizzico di sale (io utilizzo quello rosa dell'Himalaya)
 
Per la pasta consiglio di utilizzare quella corta, come trofie, rigatoni, farfalle, o il tipo che vi piace di più. Preferisco la corta perché una volta condita, si amalgama di più con gli ingredienti.

Le dosi

Le dosi non sono fisse, ma le possiamo variare in base ai nostri gusti. Comunque per 4 persone ho utilizzato:
  • 100 gr di rucola
  • 200 gr di pachino
  • 200 gr di mozzarella
  • un filo di olio d'oliva
  • un pizzico di sale rosa dell'Himalaya
Preparazione

Cogliamo la rucola e i pachino. Dopo averli lavati e asciugati, mettiamo la rucola in una insalatiera, aggiungiamo i pachino tagliati a spicchi e la mozzarella tagliata a cubetti, tutto a crudo. Condiamo bene il tutto.


Nel frattempo buttiamo nell'acqua bollente la pasta e una volta cotta, scoliamo e versiamo nell'insalatiera insieme al condimento. Mescoliamo per far amalgamare tutti gli ingredienti con la pasta, andiamo ad impiattare e serviamo a tavola.


Il piatto è pronto. Si prepara in 5 minuti, è fresco ed il risultato è veramente ottimo, sia per gli occhi che per il palato.


Buona preparazione a tutti e buon appetito!

venerdì 17 maggio 2013

Non ti scordar di me (Myosotis), fiore utile e meraviglioso.

Un balcone che si rispetti ha assolutamente bisogno di fiori. Io adoro quelli profumati, sia perché l'insieme di odori che si viene a formare è una gioia per l'olfatto, sia perché attirano una gran quantità di insetti utilissimi per il nostro ecosistema, primi fra tutti le Api.
Oggi vi vorrei parlare del Non ti scordar di me, una piantina meravigliosa che mi hanno regalato un paio di mesi fa e che mi sta dando una grande quantità di soddisfazioni.

 
Andiamo a vedere la scheda di riconoscimento e coltivazione in vaso:

Nome: Myosotis (Non ti scordar di me)

Com'è fatta: pianta erbacea perenne alta 15-25 cm a portamento cespuglioso. Le foglie sono oblunghe di colore verde brillante, superiormente, e grigiastre, inferiormente. La fioritura avviene in primavera con fiorellini azzurro intenso raggruppati in grappoli. I fusti fioriferi si innalzano sulla sommità centrale della rosetta fogliare e sono ricoperti completamente dai fiori. I semi piccoli e di colore nero, a maturazione, possono essere raccolti e conservati in luogo fresco e asciutto per le semine dell'anno successivo.

 
Dove è diffusa: è una pianta rustica diffusa in Europa e America del nord. In Italia la si trova allo stato selvatico soprattutto vicino a zone con ampia disponibilità di acqua (fiumi, laghi, torrenti, ecc.). La propagazione è lenta ma tende a sfruttare tutto lo spazio che ha a disposizione formando cespugli rigogliosi.

Dove coltivare: non ha richieste particolari, ma se si vuole una fioritura rigogliosa è utile utilizzare vasi di almeno 30 cm di diametro. Si possono utilizzare ciotole, cassette o vasi tradizionali.

Che terreno e come concimare: il terreno deve essere ben drenato, leggero e ricco di sostanze nutrienti. Un buon terriccio universale con aggiunta di sabbia e letame è un ottimo mix di partenza. Non sono necessarie concimazioni se la si tratta come annuale. Se invece la si tiene come perenne è bene concimare con stallatico o compost, in primavera, durante la ripresa vegetativa e durante la fioritura, ogni 15-20 giorni.

Come posizionare: predilige le posizioni a mezz'ombra, anche se alcune ore di sole diretto sono indispensabili per un corretto sviluppo della pianta e per una fioritura abbondante. La posizione ideale è Est, Sud-Est. Resiste bene alle basse temperature, purché non prolungate.

 
Quando innaffiare: durante la fioritura e la stagione estiva non facciamo mai mancare acqua al Non ti scordar di me, aspettando che il terreno si asciughi tra un innaffiatura e l'altra. Bisogna fare attenzione ai ristagni idrici, poiché sono molto frequenti le malattie fungine e i marciumi. Durante la stagione fredda riduciamo gli apporti idrici, sempre valutando anche temperatura, tempo (nuvoloso, sole, ecc.) ed esposizione.

Quando piantare e trapiantare: la propagazione per seme può essere effettuata in estate o in primavera. Nel primo caso le piantine andranno travasate e messe a riparo in autunno per avere la fioritura nella primavera successiva. Nel secondo caso avremo piantine pronte per l'estate. La semina può essere fatta direttamente a dimora o in semenzaio. In entrambi i casi il terreno dovrà essere mantenuto umido fino a che non spunteranno i germogli. I semi vanno poggiati sul terreno e ricoperti con un leggero strato di terriccio.


Come curare: durante la fioritura bisogna rimuovere i fusti fioriferi secchi per stimolare la fuoriuscita di quelli nuovi, vanno tolte le foglie secche e morte per evitare la propagazione di malattie crittogamiche. Il Myosotis è particolarmente soggetto a: Oidio (Mal bianco) e Muffa Grigia, che insorge per l'eccessiva umidità e si possono combattere con preparati a base di zolfo, o in casi estremi, per evitare la compromissione di tutta la pianta, tagliando le parti malate.


Curiosità: il mone Myosotis deriva dal greco e significa "orecchie di topo", dato per via della forma delle foglie che ricordano appunto le orecchie di un topolino. L'attribuzione del nome "Non ti scordar di me" deriverebbe invece da due leggende:
  1. La prima riguarda una leggenda germanica secondo la quale durante la creazione, mentre Dio stava dando i nomi alle varie specie vegetali, una piantina per paura di essere lasciata senza nome gridò: "Non ti scordar di me!". Così Dio gli assegnò quel nome.
  2. La seconda invece parla di due giovani fidanzati che si stavano scambiando una promessa d'amore eterno lungo le rive del Danubio. Il giovane si sporse per raccogliere i fiorellini azzurri di una piantina per donarli all'amata, ma cadde nel fiume e gridò: "Non ti scordar di me". Da quel momento la piantina prese quel nome.
Il Myosotis è anche detto "Occhi della madonna" per il colore azzurro e per l'augurio, di essere protetti dal cielo, che si fa a chi si dona questi fiori.

sabato 11 maggio 2013

Valerianella: buona, semplice e salutare.

Oggi vi vorrei consigliare la coltivazione di un'ottima insalatina dolce, la Valerianella. L'ho piantata quest'anno per la prima volta e già mi sta dando grandi soddisfazioni. Infatti è di facile impianto, necessita di poche cure, ed è pronta da gustare, sola o come aggiunta con altre insalate, in pochissimo tempo. Io ho optato per la specie d'Olanda a seme grosso, che è poco resistente al freddo, visto che ho iniziato a piantare da marzo; ma si possono scegliere altre varietà come la Cuore Pieno, a seme piccolo e resistente al freddo.


Ma passiamo subito alla scheda di coltivazione:

Com'è fatta: è una pianta erbacea annuale alta una decina di centimetri, con foglie spatolate, oblunghe, di colore verde brillante e radici a fittone. Il fusto è glabro ed eretto. I fiori di colore bianco-azzurro, sono raccolti in grandi grappoli, e si sviluppano su ramificazioni dicotomiche da aprile a giugno. Il frutto è rotondo e solcato, la grandezza varia da specie a specie.


Dove è diffusa: si trova su tutto il territorio nazionale allo stato selvatico come infestante, nei prati e nei luoghi erbosi dalla pianura alla collina. Oggi è fortemente coltivata per la tenerezza e la dolcezza delle foglie e per il consumo la si trova tutto l'anno, imbustata nei supermercati.

Dove Coltivare: per la coltivazione occorre un contenitore poco profondo, le radici non sono profonde, ma esteso. Va benissimo una cassetta appositamente preparata (spiego come realizzarla in un post presente su questo blog al link: http://verdebalcone.blogspot.it/2013/04/contenitori-alternativi-per-lorto-sul.html), o una ciotola.



Che terreno e come concimare: il terreno deve essere ben drenato e bisogna evitare i ristagni idrici. Un buon terriccio universale, miscelato con sabbia e letame maturo, assicura alla Valerianella tutto ciò di cui ha bisogno. Le concimazioni non sono necessarie se il terreno di partenza è ben preparato. Il ciclo della pianta è molto breve e conviene aggiungere sostanza nutriente ogni volta che si semina nuovamente.

Come posizionare: anche in fatto di posizione non ha particolari esigenze, si adatta bene sia alla mezz'ombra sia al pieno sole. Anche il davanzale di una finestra è perfetto per questa piantina.


Quando innaffiare: le innaffiature devono essere abbondanti nei periodi caldi e prima della germinazione, dopodiché bisogna mantenere il terreno umido facendo asciugare tra un innaffiatura e l'altra, per evitare i ristagni. La Valerianella è molto sensibile alla siccità.

Quando piantare e trapiantare: i semi vanno messi direttamente a dimora, da febbraio a maggio e da settembre a metà autunno. Si può coltivare a spaglio o organizzare in file. Se le condizioni climatiche lo permettono, si può anche coltivare tutto l'anno. La germinazione avviene dopo 1-2 settimane. Le piantine, se seminate a spaglio, vanno diradate quando presentano 2-3 foglioline e in questo momento, possono essere anche travasate. Per mantenere una produzione continua è bene piantare a più riprese e a tempi diversi, in cassette differenti.


Come curare: non presenta particolari problematiche. Le piantine vanno controllate nella prima fase, quando sono particolarmente tenere. Possono infatti subire attacchi da parte di afidi, da rimuovere manualmente, o, se eccediamo con le innaffiature, si può avere marciume del colletto e radicale.

Quando raccogliere: la Valerianella è pronta per essere consumata quando raggiunge i 10- 12 cm di altezza e presenta parecchie foglie. Va estirpata dolcemente e con tutta la radice. Va consumata poco tempo dopo la raccolta.


Curiosità: la Valerianella è conosciuta con molti altri nomi tra cui: songino, soncino, insalata valeriana, lattughino, molesino, dolcetta e gallinella. Contiene vitamine e sali minerali. Un tempo veniva utilizzata anche per fini curativi, contro lo scorbuto. Ha proprietà depurative, lassative e emollienti. Oggi è considerata una delle insalate più buone, fresche e gustose sul mercato.

martedì 7 maggio 2013

La Malva, scheda di riconoscimento e coltivazione in vaso.

Oggi vi vorrei proporre una pianta, la Malva, che spesso incontriamo durante una passeggiata, ai lati delle strade o in mezzo a campi e prati. Questa pianta è conosciuta fin dall'antichità per i suoi numerosi effetti benefici per il corpo. Inoltre si coltiva facilmente in vaso e, durante la fioritura, inonda di colore il nostro balcone, regalandoci una vista meravigliosa.


Partiamo subito con la scheda di riconoscimento e coltivazione:

Come è fatta: pianta erbacea cespugliosa biennale o perenne, con fusto peloso e legnoso alla base, in parte eretto e in parte strisciante, alta fino a 1 metro. Le radici sono a fittone, carnose e affusolate. Le foglie, con leggera peluria superiormente, presentano un picciolo lungo, e sono palmato-lobate, arrotondate, divise in 5-7 lobi, con margine seghettato. I fiori, che spuntano dall'ascella fogliare superiore, sono formati da 5 petali di colore lilla o rosa intenso, con striature violacee. Fiorisce da Marzo ad Ottobre.


Dove è diffusa: comunissima in Italia, la si trova nei campi, ai margini delle strade, sui terreni di riporto e negli incolti, dalla pianura alla montagna fino a 1600 metri.

Dove coltivare: la Malva è una pianta che non ha grandi necessità, ma visto l'imponente sviluppo si consiglia di utilizzare vasi di almeno 25 cm di diametro.


Che terreno e come concimare: il terreno deve essere ben drenato e ricco di sostanze nutritive. Inizialmente le concimazioni non sono necessarie se partiamo con un buon terriccio di base, ricco di sostanze organiche. Per ottenere questo possiamo miscelare terriccio universale di buona qualità, sabbia e stallatico o letame maturo. Si può iniziare a concimare, in modo non eccessivo (ogni 4 mesi), a fine fioritura, con stallatico, letame maturo, fondi di caffè o concimi a lenta cessione.

Come posizionare: predilige le posizioni riparate dal vento, in pieno sole, ma riesce a crescere bene anche a mezz'ombra. Resiste bene alle basse temperature, purché non prolungate, e alla siccità.


Quando innaffiare: va innaffiata regolarmente, nella stagione calda, ma lasciando asciugare il terreno, mentre nella stagione fredda, le innaffiature vanno diradate e valutate in base al tempo (pioggia, umidità, ecc.). Infatti i ristagni idrici provocano malattie crittogamiche, come la ruggine, che comprometterebbero irrimediabilmente la pianta.

Quando piantare e trapiantare: si semina in luna crescente in marzo, all'aperto, o in inverno, in semenzaio, per poi mettere a dimora in primavera. Il diradamento si esegue quando le piantine presentano 3-4 foglie. I semi germinano rapidamente se il terreno è costantemente umido.

Come curare: rimuovere le foglie morte o malate, recidere i fiori appassiti per stimolare una nuova fioritura. La Malva è soggetta a: marciumi radicali, ruggini, oidio (mal bianco), risolvibili con zolfo ed evitando ristagni idrici; e ad attacchi da parte di afidi e cocciniglie, che si possono rimuovere manualmente, quando ci sono pochi esemplari, o ricorrendo ad insetticidi naturali come il piretro.

Quando raccogliere: da giugno a settembre si possono raccogliere fiori, con tutto il picciolo e appena schiusi, e foglie. La raccolta va fatta nelle prime ore mattutine, appena scompare la rugiada. Entrambi, essendo delicati, vanno fatti essiccare in luogo ombroso e ventilato, disponendoli a file sottili e non in modo accatastato.



Curiosità: la Malva è una pianta eliotropica, infatti orienta i propri fiori a seconda del sole. Si utilizzava già in epoca romana e greca e viene definita come il rimedio a ogni male e la regina delle piante medicinali. Nel Medioevo erano molto apprezzati il pane e la focaccia a base di questa erba. Ha virtù lenitive, rinfrescanti, espettoranti, lassative e antinfiammatorie. Contiene mucillagini (soprattutto nei fiori), flavonoidi, tannino, vitamine A, B1, E, C e carotene. Il succo o il bolo masticato, messo sulle punture d'insetti danno un sollievo immediato. Foglie, fiori e giovani fusti, sono utilizzati in cucina crudi o cotti per insalate e risotti.

giovedì 2 maggio 2013

Seminare che passione

Cari lettori verdaioli, oggi vi vorrei parlare di semi e di come effettuare una buona semina che possa far nascere le nostre amate piantine. Certamente acquistare esemplari già cresciuti e pronti da travasare è molto più rapido e semplice, ma avere la soddisfazione di veder spuntare dei pargoli verdi non ha prezzo. La prima volta che mi è capitato mi sono sentito come un piccolo papà che vede nascere i suoi bambini. Inoltre, guardando anche al portafoglio, una bustina di semi costa molto meno delle piante già pronte, e se ne possono ottenere molte di più. Quindi vi consiglio vivamente di provare a piantare semi e semini di tutto ciò che volete, poiché i frutti che andrete poi a raccogliere saranno ancora più dolci e saporiti.


Per iniziare sono necessarie due parole sui semi. Il seme è l'organo attraverso il quale avviene la moltiplicazione di alcune specie di piante, dette spermatofite. Esso è il risultato dell'impollinazione, e quindi dell'accoppiamento, avvenuta tra gameti maschili e femminili della pianta ed è formato da tre strati:
  1. Embrione: è l'abbozzo della futura pianta che si svilupperà
  2. Endosperma: è il tessuto che andrà a nutrire l'embrione durante la prima fase di sviluppo
  3. Tegumento: è il guscio protettivo
Si sviluppa sulla pianta madre e si distacca quando ha raggiunto la maturità. Se le condizioni ambientali non sono favorevoli il seme entra in una fase di riposo, detto quiescenza, che gli permette di resistere a lungo in attesa di tempi migliori.
Proprio noi, nel momento della semina, dovremmo fornire le condizioni ottimali per farlo germogliare.


Le sementi si possono acquistare in bustine sigillate ermeticamente e deumidificate, o si possono raccogliere manualmente, e conservare in contenitori ermetici con aggiunta di carta assorbente. Se optiamo per la prima opzione, quando andremo ad acquistare le sementi in bustina, è indispensabile controllare e valutare:
  • L'integrità della confezione e la sua corretta conservazione (no sbiadita, piegata, ecc.)
  • La data di scadenza e di raccolta dei semi
  • La specie che desideriamo coltivare
  • La resa in base allo spazio che abbiamo a disposizione e alle indicazioni riportate sul retro della confezione (distanza tra le file e tra le piante, resa in vaso, ecc.)


Se optiamo per la seconda opzione, ci dovremo informare, o da chi sta coltivando quella pianta o su internet, su:
  • La specie e il nome della pianta che andremo a coltivare
  • La tecnica colturale richiesta per la crescita (esposizione, innaffiature, ecc.)
  • La profondità, la temperatura, il terreno, la stagione e la distanza minima da rispettare durante la semina
Una volta verificato tutto questo e con la scheda di coltivazione della futura pianta in mano, possiamo procedere alla preparazione del contenitore e del terreno che accoglierà il seme.
Per prima cosa decidiamo se utilizzare per la semina una piccola serra, un contenitore o direttamente in vaso, dove la piantina resterà anche dopo la germinazione.
Di germogliatori e contenitori per semi ne vendono di tutti i prezzi e di tutti i tipi, ma se vogliamo creare noi, risparmiando e riciclando, il letto per i nostri "pargoli" possiamo utilizzare una grande quantità di oggetti che sicuramente non mancano in casa: bicchierini da caffè, bottiglie, vaschette per il gelato, i plumcake, o i biscotti, come ad esempio i canestrelli; ma io consiglierei di utilizzare i contenitori delle uova (preferibilmente in cartone, poiché la plastica è meno traspirante e potrebbe dar luogo a ristagni idrici micidiali per la germinazione). Per la copertura si può utilizzare: pellicola, tessuto non tessuto, ecc.


Il terreno deve essere un terreno leggero, fertile e che permetta un buon drenaggio idrico. Nei garden center, vivai e negozi, vendono terreni di semina già pronti. Volendo però si può creare un buon substrato di crescita utilizzando terriccio universale di buona qualità a cui va aggiunto nutrimento (stallatico, letame, compost, ecc.). Io personalmente utilizzo letame maturo.  Bisogna però fare attenzione a non posizionare il seme troppo vicino alla sostanza nutriente per evitare di bruciarlo. Essa infatti, servirà per nutrire le future piantine e non per il seme in se, che ha già una riserva propria di sostanze. Perciò prima della semina va fatto uno strato di solo terriccio, su cui adageremo le sementi.


Il contenitore delle uova è già divisa in vari spazi, mentre per gli altri contenitori saremo noi a creare le divisioni, ad esempio con tessuto non tessuto, così da favorire la messa a dimora con tutto il panetto radicale che si verrà a formare. Se piantiamo in vaso o cassetta e utilizziamo le file, sarà obbligatorio per il normale sviluppo della pianta, rispettare le distanze tra fila e fila, e tra seme e seme.



Mentre se seminiamo a spaglio (spargendo i semi sul terreno) andremo a diradare e a dare un ordine dopo la germogliazione.


Per effettuare la semina in modo corretto, una volta preparato il substrato, andremo a formare delle piccole buche, con le dita, con bastoncini o con strumenti appositi, nelle quali andremo a posizionare 3-4 semi. La profondità dovrà variare in base alla pianta e al seme. Come riferimento si interra per il doppio della lunghezza del seme, quindi se il seme è lungo 0,5 cm andrà sotto di 1 cm. Poi si ricopre con un leggero strato di terra e si bagna abbondantemente, con getto leggero o con un nebulizzatore, per non spostare le sementi. Inoltre per ogni specie va rispettata la giusta fase lunare.
In questa tabella ho inserito i semi e i periodi di semina che ho sperimentato personalmente:

Manteniamo sempre umido il terreno, senza mai inzupparlo. Dopo 12-15 giorni (anche in base alla pianta), inizieranno a spuntare i primi germogli. Quando avranno raggiunto l'altezza di 1 cm, si procederà al diradamento. Questo consiste nel rimuovere i germogli meno vigorosi lasciando il più forte e robusto.


L'eventuale messa a dimora si potrà effettuare quando le piantine avranno raggiunto altezze di 10-15 cm., o quando le radici avranno completamente invaso lo spazio disponibile.

Fatemi avere notizie dei vostri successi o insuccessi. Vi auguro buona giornata e buona semina a tutti.