giovedì 19 dicembre 2013

Arance condite, ottime per le feste.

Buongiorno appassionati di verde e natura. Oggi vi vorrei proporre un piatto facile e veloce con un frutto di stagione, si può iniziare a raccogliere da Novembre fino a Maggio, in base alle varie specie; dalle mille proprietà. L'arancia infatti è un frutto che fa benissimo all'organismo contenendo oltre alla vitamina C, molto pubblicizzata, anche: vitamina B, vitamina P, calcio, fosforo, potassio magnesio, sodio, cloro, zolfo, ferro, rame e zinco. Tutti questi microelementi, presenti in quantità più o meno elevate, fanno dell'arancia un frutto indispensabile durante la stagione invernale.


La cottura, ma anche le pratiche industriali atte a velocizzare la maturazione dei frutti, spesso degradano molti degli elementi sopraelencati, quindi per avere un frutto al 100% della sua forza benefica, è fondamentale consumarlo crudo e assicurarsi di acquistare un prodotto biologico e naturale. Per questo vi consiglio di provare questo piatto di facile preparazione, che può essere utilizzato come antipasto, come spuntino o come accompagnamento per un aperitivo.

Ingredienti per 4 persone:

  • 4/5 arance mature
  • aceto balsamico 
  • un pizzico di sale
  • olio extravergine di oliva
  • olive nere o verdi
Preparazione: lavare bene le arance. Sbucciatele e tagliatele a fettine non troppo fine. A questo punto disponete le fettine di arancia su un piatto o su un vassoio e condite a piacimento con sale, olio e aceto balsamico. Aggiungete qualche oliva e servite.




Il piatto si prepara in 10 minuti e l'effetto finale è veramente ottimo. Questo antipasto si può abbinare bene sia con carne che con pesce e credo che sia perfetto per il pranzo di Natale. 


Consigli: la buccia delle arance che abbiamo utilizzato può essere utilizzata per: 
  • fare decorazioni sul piatto di portata, come fiori o ghirigori.
  • fare canditi, da abbinare al cioccolato.
  • fare liquori
Buone feste e buon appetito.

mercoledì 18 dicembre 2013

Stella di Natale (Euphorbia pulcherrima), regina delle feste.

Buongiorno a tutti appassionati di verde e di coltivazione. In questo periodo di feste mi sembra doveroso dover parlare di una pianta che è diffusissima soprattutto durante il Natale. Stiamo parlando naturalmente della Stella di Natale, il cui nome scientifico è Euphorbia pulcherrima. Questa pianta, grazie alle sue bellissime foglie di un rosso vivo, dette brattee, è divenuta il simbolo delle feste natalizie pur non essendo originaria delle nostre zone. Bene, andiamo allora a vedere le caratteristiche che hanno reso questa Euphorbia così famosa e la sua tecnica di coltivazione, apparentemente difficile, in casa o sul balcone.


Nome: Euphorbia pulcherrima, Stella di Natale, Poinsettia.

Com'è fatta: Pianta tropicale erbacea perenne suffrutticosa, in genere coltivata come annuale, con fusti eretti, esili e ramificati. Ha radici fascicolate. All'interno della pianta scorre una linfa bianca e lattiginosa molto irritante per la pelle, che fuoriesce quando la pianta subisce un trauma o un taglio. Raggiunge, in casa, un'altezza di 120-150 cm. Le foglie ovato-ellittiche, caduche, sono di grandi dimensioni, verde intenso e leggermente lobate. Le caratteristiche foglie rosse (disponibili anche in altri colori dal rosa al bianco, in base alla specie), dette brattee (foglie modificate che circondano e proteggono le infiorescenze), compaiono all'apice dei rami, quando la pianta si trova almeno per 14 ore al giorno al buio. Al centro delle brattee si sviluppano minuscole infiorescenze a ciazio (coppa) di colore giallo. I fiori si sviluppano durante il periodo invernale, da Novembre a Febbraio, proprio per il caratteristico andamento fotoperiodico, cioè legato alle ore di luce che riceve durante la giornata, della pianta. I frutti sono capsule.


Dove è diffusa: Cresce spontaneamente in Messico, di cui è originaria, e nel suo habitat naturale può raggiungere anche i 2,5 metri di altezza. Utilizzatissima come pianta ornamentale da appartamento.  Solo nel 1825 fu introdotta in Carolina dal botanico e ambasciatore degli Stati Uniti in Messico, Joel Robert Poinsett, da cui il nome Poinsettia. Oggi la diffusione è molto alta anche in Europa, a causa della commercializzazione fatta soprattutto durante il periodo delle feste Natalizie. Infatti è molto facile vedere grandi quantità di queste piante, in questo periodo, in vivai, supermercati, negozi di fiori. In Italia la maggior parte della coltivazione viene effettuata in Sicilia.

Dove coltivare: L'Euphorbia pulcherrima non necessita di vasi eccessivamente grandi. Basta scegliere ad ogni rinvaso un contenitore di circa 5-6 cm superiore al vecchio. Ad esempio se acquistiamo la pianta in un vaso di 10 cm quando andremo a rinvasare lo faremo in un vaso di 16 cm. Cerchiamo di verificare sempre la grandezza del contenitore rispetto all'estensione dell'apparato radicale della pianta, al momento dell'acquisto. Le radici non devono fuoriuscire dai fori di drenaggio dell'acqua e, al tempo stesso, la Stella dovrà essere ben ancorata alla propria zolla di terra. Si possono anche effettuare composizioni in cassette con Stelle di diverse specie e colori.


Che terreno e come concimare: Il terreno deve essere fertile e deve essere ben drenato. Una miscela di terriccio universale (60%), sabbia (20%) e torba (20%) è ottimo per la Poinsettia. Ricordiamo di posizionare uno strato di argilla espansa sul fondo del vaso per assicurare un corretto drenaggio idrico. I ristagni sono fatali per le radici della Stella di Natale e la portano velocemente a marciume e morte.
Per quanto riguarda le concimazioni si devono effettuare tra Giugno e Settembre ogni 2 settimane con un concime liquido, come ad esempio il macerato d'ortica. Con l'avvicinarsi dell'autunno riduciamo le concimazioni a 1 volta al mese.

Come posizionare: Essendo originaria del Messico è una pianta che con il freddo dei nostri inverni ha poco a che fare. Per questo durante il periodo invernale va tenuta in casa in una posizione luminosa (ricordandoci sempre di assicurare 14 ore di buio per il mantenimento delle brattee colorate) e lontana da correnti di aria. Gli sbalzi di temperatura e l'aria troppo secca sono fatali per la Stella di Natale. Quindi assicuriamo una temperatura stabile tra 16°C e 22°C e una umidità il più possibile costante. Non nebulizziamo acqua sulle foglie, ma è meglio posizionare argilla espansa e acqua nel sottovaso, così da garantire un'ottima umidità grazie all'evaporazione della stessa.
A primavera, invece, non appena le temperature si mantengono sopra i 15°C è opportuno posizionare la Poinsettia all'esterno, in posizione luminosa, ma non esposta ai raggi diretti del sole.


Quando innaffiare: Le innaffiature devono essere regolari ma mai eccessive. Vanno evitati i ristagni idrici e la siccità eccessiva. Quindi bisogna innaffiare ogni volta che il terreno in superficie risulti asciutto al tatto. Facciamo attenzione a non bagnare le foglie durante la somministrazione di acqua. Un sintomo dell'eccessivo o carente apporto idrico è l'ingiallimento e la caduta delle foglie.

Quando piantare e trapiantare: Il travaso va fatto alla ripresa della stagione vegetativa, quindi da Marzo a Maggio. Va trapiantata in un vaso non troppo grande, circa 5-6 cm superiore al vecchio vaso, e con terriccio fertile e ben drenante. La moltiplicazione si effettua per talea di stelo. In primavera recidiamo uno stelo di circa 7-10 cm di lunghezza e immergiamo la parte recisa in acqua per bloccare la fuoriuscita della linfa lattiginosa. A questo punto piantiamo le talee in vasi di circa 7 cm di diametro con un mix di torba (60%) e sabbia grossa (40%). Manteniamo i vasi in una posizione luminosa e con temperatura costante fra i 18°C e i 21°C. Alla comparsa di nuove foglie travasiamo le piante e concimiamo come le adulte.


Come curare: Euphorbia pulcherrima è una pianta che necessita di pochi semplici accorgimenti per sopravvivere in ambiente domestico e sul balcone. Seguendo questi consigli pratici e veloci eviteremo di aggiungere la nostra Stella al bollettino di morte che colpisce ogni anno, dopo le feste, moltissime di queste piante. Si deve:

  1. Evitare le correnti di aria: soprattutto se la pianta è posizionata in prossimità di finestre o porte d'ingresso. Gli sbalzi di temperatura improvvisi e prolungati provocano ingiallimento e caduta delle foglie.
  2. Evitare la troppa vicinanza ai termosifoni: per lo stesso motivo descritto al punto 1, bisogna evitare di posizionare la pianta in prossimità dei termosifoni. Inoltre l'eccessiva secchezza dell'aria provoca un rapido ingiallimento e caduta delle foglie, con morte della Stella.
  3. Evitare l'esposizione diretta ai raggi del sole.
  4. Evitare gli eccessi di acqua: macchie sulle foglie e decolorazione delle brattee indicano un eccesso idrico. Inoltre, come già detto sopra, l'eccesso di annaffiature provoca marciumi radicali fatali per la pianta.
  5. Evitare di bagnare le foglie: si possono infatti sviluppare muffe grige fatali. In questo caso recidere le parti malate.

Curiosità: Le brattee della Stella di Natale sono la caratteristica principale della pianta. Infatti esse raggiungono la massima intensità di colore proprio nei giorni natalizi. Questo è stato visto simbolicamente come la rinascita del fuoco del solstizio d'inverno che ci preannuncia la nascita di Gesù bambino, dal punto di vista cristiano, e l'avvio verso la primavera, con le giornate che andranno gradualmente ad allungarsi, dal punto di vista pagano. Per questo è molto diffusa l'usanza di regalare la Poinnsettia durante le feste natalizie, come augurio di rinascita spirituale.
L'Euphorbia pulcherrima è una pianta velenosa i cui principi attivi sono il lattone euforbone, la citotossina e derivati acridici. La parte tossica è diffusa su tutta la pianta e in particolare nella linfa. I sintomi di intossicazione sono:

  • Per contatto: azione caustica locale, bruciore e lesioni.
  • Per ingestione: vomito, diarrea, dolori addominali, fino al collasso.
Dopo aver maneggiato la pianta o parti di essa, soprattutto per la formazione di talee, è opportuno lavare abbondantemente le mani, utilizzare guanti protettivi e non portare le mani agli occhi o sulla bocca.


Eccoci giunti alla fine della scheda. Spero, come sempre, di esservi stato utile. Vi auguro un'ottima coltivazione e buone feste a tutti.
Alla prossima.

martedì 10 dicembre 2013

Cenere di legna, ecco come utilizzarla.

Buongiorno appassionati di verde e di coltivazione. Oggi vi vorrei parlare di un concime naturale ottimo e che in questo periodo invernale è facilmente reperibile grazie all'utilizzo di camini e stufe. Si tratta della cenere di legna. La cenere è ciò che resta visibilmente e materialmente dopo la combustione.


Da cosa è composta
Andiamo a vedere nello specifico la composizione della cenere e cerchiamo di capire perché è così utile per le nostre amate piante.
Dopo la combustione, ciò che resta sotto forma di cenere, sono tutte quelle sostanze pesanti e non volatili che la fiamma non riesce a bruciare. La cenere di legna in particolare è ricchissima di sali potassici (potassio  in alte percentuali), magnesio, fosfati (fosforo in quantità più limitata) e calce (calcio in altissime percentuali, quasi la metà della composizione). Inoltre può contenere anche tracce di altri microelementi come: ferro, rame, ecc...). Proprio per queste sue proprietà chimiche fu utilizzata fin dall'antichità, e ancora oggi viene utilizzata, come concime e correttore di acidità. Per la sua composizione, che diviene volatile con la combustione, non è presente l'azoto, che è fondamentale per lo sviluppo e la crescita delle nostre amate piante. Per questa carenza di azoto, la cenere si può arricchire mescolandola o aggiungendola a vari concimi naturali al 100% e ricchi di questa sostanza così preziosa, tra cui: il macerato d'ortica, l'humus di lombrico, il compost, il letame maturo o il sangue di bue.


Come si utilizza
Ci sono due modi di utilizzare la cenere:

  1. Si può spargere la cenere direttamente sul terreno, senza addizionarla con altri composti. 
  2. Si può mescolare la cenere ad altri fertilizzanti o la si può aggiungere al compost in fase di preparazione.
Metodo 1: per una cassetta larga 30 cm, alta 30 cm e lunga 50 cm; io utilizzo due cucchiai da cucina, non pienissimi, di cenere (circa 15-20 grammi). La spargo a caso sulla terra, la ricopro con il terriccio e innaffio. Questo sia prima della semina, sia quando le piante sono adulte.

Metodo 2: la quantità di cenere da aggiungere ai concimi varia da tipo a tipo. Facciamo degli esempi: 
  • In 5 litri di macerato d'ortica (in rapporto di 1 a 5, cioè 1 kg di ortica fresca in 5 litri di acqua) aggiungo 1 cucchiaio da cucina di cenere (circa 10 grammi).
  • In 1 kg di letame maturo aggiungo 1 cucchiaio e mezzo di cenere (circa 15 grammi)
Per il compost in fase di preparazione, io solitamente metto un cucchiaio da cucina pieno (circa 13 grammi) ogni 2 kg di materiale da compostare. 

Queste sono le dosi utilizzate da me e devo dire che fino ad ora non mi sono mai trovato male.
Si può inoltre utilizzare in presenza di terreni a pH troppo acido per correggere l'acidità in eccesso. Questo grazie alle grandi quantità di calcio presenti nella cenere.

Facciamo attenzione
Le uniche controindicazioni della cenere sono dovute al suo pH basico che si aggira intorno ad 8. Quindi si deve:

  • Non utilizzare la cenere su piante acidofile. Infatti contenendo alte quantità di calcio ha una reazione a pH alcalino sul terreno.
  • Non eccedere nelle dosi poiché può alcalinizzare troppo il terreno seccando le piante.


Qualche consiglio pratico
Quando prendiamo la cenere, assicuriamoci che sia derivata solamente da legname non trattato. Evitiamo di utilizzare, per ovvi motivi sanitari e tossicologici, le ceneri provenienti da combustione di:

  • materiali plastici (buste, bottiglie in PET o PVC, carta plastificata, legni rivestiti con materiali plastici, ecc...)
  • legnami trattati con solventi o vernici
  • tavolette chimiche per l'accensione della fiamma
  • tutti quei materiali diversi dalla legna vergine
L'uso della cenere è consentito in agricoltura biologica e regolato dal Regolamento CEE 2092/91, che stabilisce nell'Allegato II Parte A i "Prodotti per la concimazione e l'ammendamento".

Spero di esservi stato utile. Per qualsiasi precisazione sono sempre disponibile. 
A presto e buona coltivazione.

lunedì 2 dicembre 2013

Calendario delle fasi lunari di Dicembre 2013

Buongiorno appassionati di verde e di natura. Buon inizio di mese a tutti. Dicembre è il mese del Natale, della neve e dell'inverno. Il solstizio d'inverno cadrà sabato 21 Dicembre.
Vediamo insieme i lavori che possiamo fare sul nostro balcone durante questo mese freddo e, in apparenza, poco attivo per le nostre piante:

  • In luna calante possiamo: continuare con le pulizie degli ambienti, degli attrezzi e dei vasi da utilizzare per le nuove semine in primavera;  proteggere le piante più sensibili e le colture orticole, dal gelo invernale e dalla neve, con pacciamature e teli protettivi; seminare in semenzaio o serra lattughe e radicchi da taglio; raccogliere cavoli, broccoli, cavolini, verza e cavolfiori; e verso la fine del mese si possono potare gli arbusti già spogli e gli alberi da frutto.
  • In luna crescente possiamo: acquistare nuove specie invernali o da appartamento per ravvivare l'ambiente; seminare piselli e ravanelli; interrare i bulbi che fioriranno a primavera come Narcisi o Crocus.
Inoltre controlliamo periodicamente la salute delle nostre piante e , se le piogge sono abbondanti, rimuoviamo i sottovasi ed evitiamo di mantenere il terreno inzuppato di acqua per lunghi periodi, sia per evitare gelate, sia per evitare marciumi. 

Ecco il calendario:


Bene, non mi resta che augurarvi buona coltivazione e buona giornata a tutti.

martedì 26 novembre 2013

Come gestire le nostre carnivore durante l'inverno (Dionea e Drosera Capensis).

Buonasera a tutti, verdisti e coltivatori urbani. Eccoci pronti per un nuovo post. Oggi vi vorrei parlare di come sistemare le nostre piante carnivore, o meglio insettivore, durante i mesi freddi (in questo post tratterò di come tenere le due specie che possiedo: Dionea Muscipula e Drosera Capensis, in quanto conosco e ho potuto sperimentare la tecnica colturale).


Il mondo delle piante Insettivore è molto vasto e interessantissimo. Io ho scoperto questo tipo di vegetali per caso in un grande garden center. Infatti circa 3 anni fa ho acquistato una piccola Dionea Muscipula, che è senza dubbio la più diffusa e famosa nel suo genere, e l'ho portata a casa in un misto di eccitazione e dubbi. Così ho iniziato a documentarmi su libri e internet sul tipo di habitat, sulle esigenze e su come andava coltivata nel modo più ottimale. Devo dire che mi ha dato molte soddisfazioni e quest'anno mi ha regalato una bellissima fioritura. Poi l'anno scorso ho acquistato dei semi di Drosera Capensis e li ho piantati su un soffice lettino di Sfagno vivo. Ebbene dopo circa 15 giorni sono spuntate parecchie piantine che stanno crescendo sane e forti.


Esistono molte varietà di carnivore che appartengono a varie zone climatiche e che hanno esigenze ben diverse e definite. Io, coltivando una Dionea e una Drosera, ho scelto delle piante che vivono in ambienti con clima temperato. Infatti la specie Dionea è originaria delle brughiere dell' America Settentrionale (estati calde e umide, e inverni freddi e asciutti), mentre la Drosera Capensis è originaria del Sud Africa (Città del Capo), dove abbiamo un clima simile a quello mediterraneo. Queste due specie sono più gestibili alle nostre latitudini, quindi la coltivazione risulta più semplice rispetto a quella di altre specie tropicali.
Comunque sia consiglio  sempre di verificare le caratteristiche e le esigenze della pianta prima di acquistarla, mettendole anche in rapporto al clima della zona in cui ci troviamo, così da non avere brutte sorprese dopo. Per avere una descrizione accurata e seria delle carnivore rimando al sito: http://www.aipcnet.it/aipcjoomla/index.php (sito dell'associazione italiana piante carnivore), o al libro: "Il grande libro delle piante carnivore" (autore: Blondeau Gerard, editore: De Vecchi editore).

Prima di tutto dobbiamo avere ben chiaro il fatto che le nostre piante carnivore non sono fatte per resistere in casa. Infatti necessitano di sole, aria, umidità ottimale e di poter vivere all'aria aperta. Durante la stagione fredda è fondamentale che esse entrino in riposo vegetativo. Questo significa che:


  1. Le innaffiature devono essere sporadiche e fatte solo ed esclusivamente quando il substrato è asciutto.
  2. L'acqua (non calcarea) non dovrà permanere nel sottovaso, per evitare marciumi fatali.
  3. La temperatura ottimale per il riposo invernale si aggira tra: 2°C e 10°C.
  4. Diminuendo l'attività delle piante, si avrà come conseguenza che le foglie-trappola della Dionea più vecchie andranno in contro a deperimento, mentre le trappole più nuove diverranno inattive o molto rallentate nella chiusura; invece la Drosera ha due possibilità: o perde tutte le foglie-trappola (che ricompariranno con l'arrivo della primavera, quindi non gettiamo una pianta viva e vegeta), o blocca anch'essa la crescita senza perdere le trappole.
  5. Se le temperature dovessero scendere di molto sotto lo zero (-7/-10°C), o se si mantenessero per lungo periodo di poco al di sotto dello zero (-2/-3°C), è opportuno far svernare le carnivore in una serra fredda (l'insidia principale delle serre fredde è la temperatura durante il giorno, infatti anche se all'esterno si ha una temperatura al di sotto dei 10°C, all'interno, soprattutto in giornate assolate, si raggiungono tranquillamente i 25-30°C. Quindi per  evitare shock termici alle nostre piantine è necessario controllare la temperatura anche all'interno della serra, così da poter intervenire in tempo. Per ovviare a questo problema io metto le piante in serra solo durante la notte, mentre di giorno le metto all'esterno). 


Per evitare i marciumi o il diffondersi di muffe che creerebbero danni seri, andiamo a rimuovere con forbici molto affilate (io utilizzo quelle per le unghie) le parti morte o danneggiate. Dopo ogni utilizzo ricordiamoci di disinfettare con alcool le lame, in questo modo eviteremo il prolificare di spore dannose.


Una domanda fondamentale che ognuno di noi si deve porre è: "In che momento preparare le carnivore per il riposo?". Ebbene il momento ideale non può essere definito con certezza, infatti molti fattori influenzano l'entrata del "letargo vegetale", ma possiamo dedurlo interpretando i segni che la natura ci manda. Tra questi i principali sono:

  1. Le ore di luce giornaliere: la pianta blocca le sue attività quando le ore di luce solare che riceve durante il giorno sono minori di 4. 
  2. La temperatura: come già detto sopra, la pianta va in riposo quando la temperatura scende al di sotto dei 10°C.
Questi due sono i fattori cardine che determinano il riposo della pianta e essi sono influenzati a loro volta da molti altri parametri come: la zona in cui ci troviamo (Nord, Centro o Sud Italia), la stagione (solitamente si hanno i valori sopraindicati alla fine del mese di Ottobre e all'inizio di Novembre), il tempo (pioggia, sole, neve, umidità, ecc.) e anche la posizione dei vasi sul nostro balcone o terrazzo (Nord, Sud, esposta ai venti, ecc.).


Quindi riassumendo, i punti fondamentali per far svernare le nostre Drosera e Dionea nel modo giusto sono: 
  • Riposo vegetativo
  • Mantenere le piante all'esterno
  • Mantenere il substrato umido ma mai inzuppato
  • Innaffiare solo quando la superficie risulta asciutta
  • Proteggere le piante dal gelo eccessivo
  • Rimuovere le parti danneggiate facendo tagli netti con lame ben affilate
Spero di essere stato utile e chiaro a tutti voi. Per qualunque precisazione o correzione sono sempre disponibile. 
Vi auguro una buona coltivazione e un buon inverno a tutti.
A presto.

sabato 16 novembre 2013

Ciclamino, perfetto per l'autunno.

Buongiorno a tutti cari appassionati di verde e di natura. Oggi ho deciso di parlarvi della coltivazione di una delle piante più belle e conosciute nel mondo, il Ciclamino. In questo periodo ne stiamo vedendo veramente molti e devo dire che è una pianta che merita sia per il portamento, quindi come si presenta, sia per la fioritura duratura e continua per tutto l'inverno.


Bene, passiamo subito alla scheda di coltivazione in vaso:

Nome: Ciclamino, Cyclamen, Pan porcino.

Com'è fatto: erbacea perenne a portamento cespuglioso, con tubero da cui si sviluppano le foglie e i fiori. Le foglie sono ovali, di colore verde brillante screziato di bianco, sulla pagina superiore, e rossastre sulla pagina inferiore. I fiori di vari colori, dal bianco al rosso, con tutte le sfumature ad essi connesse, sono peduncolati e i petali risultano rivolti posteriormente. Il frutto, che si forma all'apice del peduncolo floreale e che contiene i semi, è capsulato e diviso in cinque valve che a maturità si aprono lasciando cadere i semi. Fiorisce da Ottobre a Marzo.


Dove è diffusa: il genere Cyclamen è originario del bacino del Mediterraneo ed è diffusa in Europa Centrale e Meridionale. Comprende una ventina di specie provenienti da diversi tipi di habitat, ma principalmente predilige il sottobosco. Si trova dalla pianura alla montagna. Oggi è molto apprezzata come pianta ornamentale per appartamento o giardino.

Dove coltivare: è una pianta che non esige grandi spazi, vasi di 20 cm di diametro saranno sufficienti ad assicurare un ottimo sviluppo. Si possono anche formare delle composizioni con più piante di colori diversi, utilizzando cassette, fioriere o cassoni.


Che terreno e come concimare: il Ciclamino è una pianta da sottobosco, quindi necessita di un terreno torboso e ricco. Un mix ideale sarebbe: 40% terriccio universale, 40% torba, 10% terriccio da compost e 10% sabbia. Per favorire il drenaggio idrico, poniamo sul fondo del vaso dei cocci o l'argilla espansa.
Durante il periodo vegetativo, che va da Settembre a Marzo, concimiamo con un concime ricco di azoto, tipo il macerato di ortica ben diluito.

Come posizionare: essendo una pianta da sottobosco, non va esposta alla luce diretta del sole (il sole diretto provoca ingiallimenti e deperimento delle foglie) ma va posizionata in una zona ombreggiata. Deve comunque trovarsi in una zona luminosa, ma mai direttamente sotto il sole. Le posizioni a sud-ovest sono ottimali. Resiste molto bene al freddo, purché la temperatura non sia per lunghi periodi di molto inferiore allo zero. Evitare posizioni troppo ventose.


Quando innaffiare: durante il periodo di fioritura il terreno va mantenuto costantemente umido, avendo però cura di evitare i ristagni idrici. L'eccesso di acqua provoca marciumi nel bulbo della pianta. Può essere utile, oltre che decorativo, far crescere del muschio intorno al ciclamino. Questo aiuta a mantenere umido nel modo giusto il terriccio. Dopo la fioritura e durante il periodo di riposo, che va da Maggio ad Agosto, le innaffiature devono essere gradualmente ridotte, fino ad arrivare quasi alla sospensione, per evitare marcescenze bulbari.

Quando piantare e trapiantare: il ciclamino si può piantare tramite seme, oppure tramite divisione del bulbo. Solitamente vengono venduti i bulbi, puliti e confezionati, che vanno posizionati in un terriccio morbido e fertile durante la primavera, così da garantire un corretto periodo di attivazione della fase vegetativa.
Per piantare il Pan porcino tramite seme dobbiamo disporre una cassetta con una miscela di terriccio 60% e sabbia 40%, in cui andremo a posizionare le sementi ad una distanza di 10 cm tra seme e seme e 15 cm tra le file. La temperatura ottimale di germogliazione va dai 18°C ai 24°C, e il periodo ottimale per piantare va tra Luglio e Settembre. Naturalmente posizioniamo la cassetta in una zona ombreggiata e manteniamo il terreno umido nebulizzando con un nebulizzatore.
La riproduzione tramite divisione del tubero si può effettuare a metà primavera. Dopo aver raccolto e pulito bene la patata dalla terra, procediamo localizzando le zone dalle quali si svilupperanno le nuove gemme. Una volta individuate tagliamo il tubero, garantendo ad ogni spicchio ottenuto una certa quantità di gemme. Una volta tagliato, con una lama ben affilata e che non crei sfilacciature nel tessuto vegetale, posizioniamo la parte in un vaso con terreno fertile, morbido e ben drenato (in questo caso possiamo aggiungere alla miscela per il terreno una parte di perlite, per aumentare il drenaggio idrico). Dopo un periodo di tempo variabile spunteranno le foglie dalle gemme di ogni parte piantata.
In linea di massima le piantine ottenute sia per seme che per divisione, andranno trapiantate quando avranno emesso 4-5 foglie e saranno in grado di essere posizionate in un vaso di 5 cm di diametro.
Il trapianto delle piante adulte va effettuato quando le radici dei ciclamini inizieranno a spuntare dal basso del vaso. Il travaso va fatto in vasi con un diametro di 5 cm superiore a quelli di partenza. Ad esempio se abbiamo una pianta in un vaso di 10 cm, al momento del travaso useremo un contenitore di 15 cm di diametro.


Come curare: non necessita di grandi accorgimenti colturali. Per avere successo con il ciclamino bastano tre semplici accorgimenti:

  1. Evitare le innaffiature troppo abbondanti, un campanello d'allarme è la decolorazione fogliare con successivo marciume delle zone interessate. 
  2. Evitare atmosfere troppo secche, questo soprattutto in ambienti casalinghi. Per ovviare a questo problema possiamo posizionare nel sottovaso dell'argilla espansa con dell'acqua. In questo modo il terreno rimarrà asciutto e l'acqua evaporando manterrà una umidificazione dell'aria costante.
  3. Evitare l'esposizione diretta al sole e, ancor peggio, ai raggi attraverso una finestra. Il ciclamino non sopporta il caldo eccessivo e il sole diretto in quanto è una pianta da sottobosco. Danni da sole si possono riscontrare quando c'è un ingiallimento fogliare. 
Rimuovere le foglie e i fiori morte e marcescenti, per mantenere il ciclamino compatto, vigoroso e per stimolare l'emissione di nuovi germogli. 
Essendo una pianta rustica, non è soggetto ad attacchi da parte di parassiti particolari. Ci sono vari bruchi verdi che parassitano il ciclamino divorando sia le foglie che i germogli e compromettendo la pianta. Questi possono essere facilmente eliminati sia manualmente, se ci sono pochi esemplari visibili, sia con insetticidi naturali, come il piretro. Inoltre possiamo avere attacchi da parte della muffa grigia, visibile con macchie bruno-giallastre. In questo caso rimuoviamo la parte colpita.


Curiosità: forse non tutti sanno che il Ciclamino è una pianta conosciuta fin dall'antichità per le sue proprietà velenose. La parte che contiene il veleno è il tubero. Infatti contiene alcune saponine triterpenoidi che se ingerite danno: vomito, emolisi, convulsioni e coma. Naturalmente la gravità dei sintomi è proporzionale alla quantità ingerita. Plinio il Vecchio affermava che piantando il Cyclamen in un giardino, in quel luogo non avrebbero più avuto effetto i filtri malefici. Era così utilizzato come un potente amuleto. Teofrasto invece, affermava che poteva essere utilizzato per aumentare le probabilità di concepimento. 
Il nome Ciclamino deriva dal greco kyklòs, che significa cerchio. Questo deriva probabilmente dal fatto che il peduncolo floreale, dopo la fioritura, si attorciglia. 
Il nome Pan porcino deriva invece dal fatto che i maiali sono ghiotti del tubero, risultando immuni al veleno.
Donare un Ciclamino al proprio amato, ha significato di: amore senza pretese.

martedì 5 novembre 2013

Calendario delle fasi lunari di Novembre 2013

Buongiorno a tutti verdebalconisti. Buon inizio di mese. Eccoci giunti a Novembre, il mese delle castagne e del vino nuovo. Il freddo ancora non si fa sentire ma dobbiamo continuare a preparare le nostre colture per l'inverno, che si avvicina sempre di più. In questo periodo, e se il clima si mantiene mite, possiamo ancora piantare e coltivare tutti i tipi di radicchio, le insalatine da taglio, i ravanelli, la verza, la valerianella, le cipolle, l'aglio e i piselli.
Inoltre possiamo interrare i bulbi a fioritura primaverile, trapiantare e riprodurre per talea o divisione di cespo, le aromatiche piantate o acquistate in primavera, come salvia, timo, origano, maggiorana, rosmarino, ecc.
Continuiamo la pulizia dei vasi e la rimozione delle colture ormai giunte alla fine del loro ciclo vegetativo. Puliamo i balconi o le terrazze dai residui di fogliame o terriccio, per evitare la formazione di muffe o funghi nocivi per le nostre amiche verdi. Predisponiamo un angolo riparato per posizionare le specie più delicate e sensibili al freddo.
In questo periodo è anche indicata la concimazione con letame dei vasi che ospiteranno le nuove colture primaverili. Infatti durante l'inverno il materiale organico aggiunto sarà degradato in sostanze facilmente assimilabili dai nuovi germogli, che in questo modo cresceranno forti e vigorosi, dandoci ottimi e gustosi raccolti.
Ecco il solito schemino con le fasi, aggiornato e rivisto:


Buona coltivazione e buona navigazione su verdebalcone.

martedì 29 ottobre 2013

Come realizzare una zucca di Halloween!

Buonasera cari lettori, appassionati di verde e coltivatori. Questa sera vi vorrei mostrare come realizzare in pochi passaggi una bellissima zucca di Halloween. Questa festa anglosassone sta prendendo piede sempre di più anche nella nostra penisola e il 31 Ottobre si stanno moltiplicando a dismisura le feste a tema su mostri, fantasmi e folletti. Così ho pensato di fare anche io la famigerata zucca che è il simbolo di questa festa.

Prima di vedere come realizzare la zucca vorrei fare un accenno sulla leggenda legata all'utilizzo di questo ortaggio nella notte tra il 31 Ottobre e il 1 Novembre. Si narra infatti che un certo Jack fosse un malfattore, ubriacone, che conduceva una vita disonesta e malvagia. Egli nella notte di Ognissanti incontrò e riuscì ad ingannare il diavolo, vincendo così una scommessa che impediva al demonio di possedere la sua anima. Così Jack andò avanti nella sua malvagità finché non arrivò il giorno della sua morte. L'anima non poteva essere accolta in Paradiso, vista la condotta malvagia in vita, così fu destinata all'Inferno. Ma anche in quel luogo di perdizione fu rifiutato dal diavolo, che si vendicò così del tranello subito da quell'uomo. Jack fu così destinato a vagare in eterno senza pace. L'unica consolazione fu un tizzone ardente che il diavolo gettò all'uomo e che Jack infilò in una rapa per evitare che si spegnesse. Da allora vaga durante la notte di Halloween in cerca di una dimora dove poter passare la notte e alleviare le sue pene.

Con il passare del tempo la rapa fu sostituita con la zucca, che utilizziamo anche oggi, perché più grande e facile da lavorare.

Ok, dopo questa piccola storiella fuori dal tempo e dallo spazio, andiamo a vedere come realizzare la nostra zucca di Jack-o-lantern:

  • Per prima cosa puliamo la zucca da ogni residuo di terreno o sporcizia presente sulla buccia esterna.


  • Adesso iniziamo a tagliare, con un taglierino o coltello ben affilato, il sopra della zucca per creare l'apertura dalla quale andremo a pulire e svuotare l'interno dell'ortaggio. 



  • Facciamo il taglio tenendo il taglierino leggermente inclinato verso l'esterno così da creare un sostegno quando andremo a riposizionare il coperchio alla fine del lavoro.


  • A questo punto iniziamo ad estrarre i semi e le parti non commestibili.


  • Continuiamo la pulizia fino ad arrivare alla polpa commestibile. Questa sarà messa in un contenitore per poi essere utilizzata per risotti, lasagne o minestre.


  • Quando la nostra zucca sarà stata svuotata quasi completamente dalla polpa, possiamo iniziare a disegnare i contorni della faccia spaventosa. In questo caso possiamo utilizzare tutta la nostra fantasia e creatività. Io devo ringraziare la mia ragazza per la pazienza e l'impegno che ha messo nel realizzare il contorno che vedrete in foto.


  • Dopo aver disegnato tutti i contorni si può procedere con il taglio. Raccomando di fare molta attenzione in questa fase poiché è molto facile che la lama vada oltre le linee che abbiamo tracciato a penna compromettendo l'intera opera. Quindi piano piano dovreste iniziare ad ottenere questo:


  • Rifinite bene tutti i contorni e ponete molta attenzione anche durante l'estrazione delle parti tagliate.


  • Finalmente dopo tanto divertente lavoro, il risultato quasi completo è questo:


  • A questo punto bisogna solo posizionare una candela accesa all'interno della zucca e quello che otterrete è un effetto spettacolare e di grande scena.


Bene vi auguro un buon fine mese e spero che questo mio post sia stato utile a tutti voi. Divertitevi anche voi a realizzare una zucca di Halloween. Soltanto un'ultima raccomandazione, fate attenzione alla candela all'interno della zucca, non lasciatela mai incustodita poiché c'è il rischio che possa andare a fuoco.
Buona coltivazione e buon divertimento.

giovedì 10 ottobre 2013

Celosia, un piumino autunnale.

Buonasera cari lettori, oggi vi voglio parlare di una pianta da fiore che ci regala delle fioriture eccezionali sul balcone, anche durante questo periodo autunnale, la Celosia. Anche detta Cresta di Gallo, Piumino o Amaranto Piumoso, grazie ai suoi pennacchi colorati e lucenti, dal giallo al rosso, riempie di allegria i nostri spazi verdi fino all'inizio dell'inverno. Ci sono molte varietà di Celosia appartenenti alla famiglia delle Amaranthaceae, tra cui le più diffuse sono: Celosia argentea, Celosia cristata, Celosia caracas e Celosia plumosa.


Vediamo la scheda di coltivazione in vaso.

Nome: Celosia, Amaranto Piumoso, Piumino

Com'è fatta: erbacea perenne, ma coltivata come annuale, a portamento cespuglioso, con fusti eretti e carnosi alti fino a 50-60 cm. Le foglie sono ovate, lineari, di colore verde brillante con riflessi bronzei e venatura pennata di colore chiaro. Le infiorescenze si dipartono dal prolungamento dei rami e sono organizzate in spighe di colori brillanti e riflessi metallizzati, che variano dal rosso, rosa, al giallo. Fiorisce da giugno ad ottobre inoltrato.


Dove è diffusa: è una pianta originaria delle regioni tropicali dell'Asia, ma oggi è molto diffusa anche in Europa e Italia dove è coltivata in vaso come pianta ornamentale annuale.

Dove coltivare: non necessita di grandi spazi, un vaso con diametro di 20 cm è ottimo per far sviluppare al meglio la pianta. Anche le cassette sono ottime per realizzare delle composizioni, magari unendo più piante di diverso colore.


Che terreno e come concimare: è ottimo il terreno per piante da fiore. Il substrato deve essere soffice e ben drenato, infatti la celosia non tollera i ristagni idrici che provocano marciumi radicali. Risulta molto utile posizionare sul fondo del vaso uno strato di argilla espansa o ghiaia per favorire il drenaggio idrico. Un mix eccellente, se non vogliamo utilizzare un terreno già pronto, si può creare miscelando il 60% di terriccio universale, il 25% di torba, il 10% di letame maturo e il 5% di sabbia.
Per quanto riguarda le concimazioni, l'amaranto piumoso non è molto esigente. Una concimazione ogni due settimane con macerato d'ortica è sufficiente ad assicurare un'ottima fioritura.

Come posizionare: la celosia va posizionata in pieno sole e in zone riparate dal vento. Le posizioni ottimali sono: est, sud-est. Essendo molto sensibile al freddo, alle nostre latitudini, questa pianta non riesce a superare l'inverno. Infatti viene coltivata come annuale.


Quando innaffiare: è una pianta poco esigente, l'unico accorgimento è evitare i ristagni idrici, che non sono tollerati. Quindi le innaffiature non devono essere eccessive ma regolari ed effettuate ogni volta che il terreno risulta asciutto.

Quando piantare e trapiantare: l'amaranto piumoso può essere propagato per seme da Febbraio a Maggio. La riproduzione da seme da ottimi risultati e non necessita di particolari attenzioni. Il seme va interrato in un substrato sabbioso ben drenato che va mantenuto umido fino ad avvenuta germinazione. Quando le piantine avranno raggiunto l'altezza di 10 cm, saranno pronte per essere trapiantate. Prima del trapianto bisogna tenere sotto controllo la temperatura per scongiurare eventuali gelate tardive che potrebbero danneggiare le piantine. Una volta messe a dimora, avendo un ciclo annuale, non necessita di successivi travasi.


Come curare: è una pianta rustica che non richiede particolari attenzioni. Può essere soggetta all'attacco di afidi o bruchi che ne divorano il fogliame. In questi casi possiamo o rimuovere manualmente i parassiti, se non sono molti, oppure intervenire con un insetticida naturale, come il piretro o il macerato di equiseto. Giunta alla fine del ciclo vegetativo, dobbiamo rimuovere la celosia e conservare i semi per l'anno successivo.


Curiosità: le infiorescenze di questa pianta durano a lungo e possono essere essiccate e utilizzate in composizioni floreali per abbellire gli ambienti domestici. Avendo questa lunga durata la celosia, come l'elicriso (http://verdebalcone.blogspot.it/2013/06/elicriso-scheda-di-riconoscimento-e.html),  rappresenta l'eterno e i mazzetti composti con le infiorescenze di queste due piante sono un ottimo dono da fare ai nostri cari o alle persone a cui vogliamo bene. Inoltre essendo molto voluminosi i fiori dell'amaranto piumoso simboleggiano anche la prosperità e, se vengono donati rappresentano un augurio di abbondanza.

mercoledì 2 ottobre 2013

Calendario delle fasi lunari di Ottobre 2013

Buonasera e buon inizio di Ottobre a tutti! Eccoci qui pronti, come ogni mese, a consultare le fasi lunari per coltivare ed effettuare i lavori sul balcone nel modo più appropriato e favorevole. Ci avviamo sempre di più verso i primi freddi e le prime gelate che possono rivelarsi fatali per le nostre amiche verdi. Perciò iniziamo a prevenire le situazioni spiacevoli individuando le specie più delicate e a rischio, per posizionarle in punti riparati o in serre acquistate o costruite da noi (prossimamente pubblicherò un progetto ideato e attuato da me, per costruire una serra fredda). 
Per quanto riguarda le piante in appartamento, facciamo attenzione agli shock termici, dovuti alle prime accensioni del riscaldamento, che possono rivelarsi fatali. Evitiamo quindi di posizionare i vasi vicino ai termosifoni o alle stufe ed evitiamo anche le zone soggette a correnti di aria, come finestre, porte o grate.
I lavori che possiamo effettuare nel mese di Ottobre sono: 
  • in luna calante: si possono sterrare, pulire e riporre i bulbi dei fiori estivi, come le dalie; si possono effettuare le ultime potature sulle rose, si devono sradicare le piante annuali, che hanno ormai raggiunto la fine del loro ciclo, per evitare che diventino un veicolo per malattie fungine.
  • in luna crescente: si possono acquistare nuove piante e travasare quelle "autunnali", come i ciclamini o l'erica; si possono effettuare talee; raccogliere e conservare i semi per la primavera successiva.
Inoltre possiamo continuare la nostra opera di pulizia dei vasi, lavandoli con acqua e sapone, e riponendoli per l'anno nuovo. Il terriccio di recupero può essere messo in una sacca per farlo rigenerare con l'aggiunta di letame.



Buona coltivazione a tutti e a presto.

martedì 17 settembre 2013

Marmellata di Prugne gialle, toccasana per l'organismo.

Salve a tutti amici lettori e coltivatori di spazi ristretti. Oggi vi vorrei parlare di come realizzare una marmellata ottima e completamente naturale ottenuta da prugne gialle. La marmellata è un ottimo modo per conservare la frutta di stagione anche per lunghi periodi, così da avere sempre disponibile il sapore pieno e vivo dell'estate, anche in pieno inverno.


Ingredienti e dosi

Iniziamo subito elencando gli ingredienti:
  • 6 Kg di Prugne gialle mature
  • 4 Kg di Zucchero (Calcoliamo che per ogni Kg di frutta andremo ad aggiungere 0,6 Kg di zucchero) 
Materiali per la realizzazione

Il materiale che ci occorre è:
  • Una grossa pentola (in cui andremo a mettere la frutta e lo zucchero)
  • Un mestolo (possibilmente di legno)
  • Barattoli a chiusura ermetica (per la conservazione)
Ok, una volta che abbiamo preparato tutto l'occorrente, possiamo procedere con la realizzazione della nostra marmellata.

Preparazione

La preparazione non è affatto difficoltosa, basta seguire pochi semplici passaggi:

  • 1) Iniziamo con il lavare, pulire e snocciolare le prugne. 



  • 2) A questo punto pesiamo la nostra frutta, la tagliamo in quattro e la mettiamo nella pentola. Dopodiché pesiamo lo zucchero e lo versiamo insieme alle prugne. Accendiamo il fuoco e iniziamo a girare.




  • 3) Dopo 15-20 minuti gli ingredienti inizieranno ad amalgamarsi formando un "brodo" di prugne. Giriamo spesso il composto per evitare che possa attaccarsi e bruciare sul fondo della pentola (è una complicanza che si verifica molto frequentemente).


  • 4)  Lasciamo bollire il tutto per 1 ora e 15 - 1 ora e 30 minuti. Comunque inizieremo a renderci conto che la marmellata è pronta quando inizierà a scurirsi e a compattarsi. 


  • 5) Spegnete il fuoco, e con un mestolo, versate la marmellata bollente all'interno dei barattoli, chiudete ermeticamente e capovolgete il contenitore.
Capovolgere il barattolo serve per formare il vuoto all'interno. Infatti la marmellata bollente raffreddandosi riduce il suo volume, grazie alla chiusura ermetica l'aria non riesce ad entrare e all'interno del contenitore si crea un risucchio che forma il vuoto. Spero di aver spiegato questo concetto fisico in modo abbastanza comprensibile (mi scuso con chi ne capisce sicuramente più di me riguardo alla fisica). 

Fatti questi questi 5 semplici passaggi avrete in mano un barattolo di marmellata ottima e realizzata da voi con ingrediente interamente naturali. 
La soddisfazione, secondo me, aumenta ancora di più  se avete sul vostro balcone un albero di prugne coltivato interamente da voi. Io per il momento ho solo un pesco, ma visti i risultati promettenti di alcuni miei amici, credo che con l'arrivo della nuova stagione mi lancerò anch'io sulla coltivazione del prugno. 

Conservazione

Se avete intenzione di consumare subito la vostra marmellata, entro 1-2 mesi da quando è stata preparata, allora basta il procedimento sopraelencato. Se invece volete tenere una scorta per un tempo maggiore, fino a 12-18 mesi, allora bisogna aggiungere un ulteriore passaggio alla procedura. Questo passaggio consiste nella sterilizzazione e formazione del sottovuoto a caldo.

  • 6) Si procede continuando dal punto numero 5. Si prendono i barattoli già chiusi, capovolti e raffreddati in precedenza, e si mettono capovolti in una pentola abbastanza capiente. Si aggiunge acqua e si porta il tutto a ebollizione, per una ventina di minuti. Poi si spegne e si lascia raffreddare il tutto. Una volta freddati e asciugati, i barattoli sono pronti per essere riposti in dispensa, in una zona fresca e al riparo dai raggi del sole.

Bene siamo giunti alla fine della nostra preparazione, spero che molti di voi possano gioire, durante l'inverno, di una ricca scorta di marmellata ottima e salutare, da gustare, magari, spalmata sul pane con qualche scaglia di burro.

Buona preparazione a tutti.



martedì 3 settembre 2013

Calendario delle fasi lunari di Settembre 2013

Cari lettori e verdebalconisti eccoci giunti a Settembre, il 22 ci sarà l'equinozio d'autunno e ci avvieremo rapidamente verso la stagione fredda. Proprio a partire da adesso dobbiamo iniziare a preparare le nostre amiche piante per l'inverno, potando gli arbusti più ingombranti, togliendo le piante che hanno ormai esaurito il loro ciclo vegetativo, come i pomodori e le altre orticole, e preparando il terreno dei vasi per il riposo invernale. Naturalmente anche in autunno e fino ai primi geli invernali è possibile coltivare un' ampia gamma di ortaggi come ad esempio cardi, carote, cavoli, cavolini di Bruxelles, radicchio, cavolfiori, finocchi, porri, sedano e rape. Inoltre, se le temperature si mantengono fresche è possibile piantare e far crescere le piante a ciclo breve come valerianella, lattughino e cicoria da taglio.
Naturalmente tutti questi interventi vanno eseguiti seguendo le fasi lunari, per aumentarne l'efficacia e garantire un vigore maggiore alle nostre amiche verdi. Le potature vanno effettuate in luna calante, le piante vanno piantate o messe a dimora in luna crescente, mentre gli ortaggi da foglia e le radici,come le carote, vanno piantati in luna calante.
Settembre è anche il mese in cui si può effettuare l'ultima potatura sulle aromatiche, che saranno essiccate e riposte in dispensa per formare la nostra scorta di aromi. La raccolta va effettuata in luna crescente. Per altri consigli su come seccare e conservare le erbe rimando a: http://verdebalcone.blogspot.it/2013/06/larte-di-raccogliere-ed-essiccare-le.html

A questo punto vediamo il calendario delle fasi lunari di questo mese:


Spero di esservi stato utile, buon lavoro e buon inizio di mesa a tutti!  

giovedì 22 agosto 2013

Geranio, signore dei balconi.

Buongiorno a tutti! Oggi vi vorrei parlare di una pianta da fiore molto gettonata, il geranio. Sono convinto, e spero che i lettori perdonino questo mio atto di presunzione, che ognuno di noi abbia avuto, almeno una volta, un vaso di gerani sul balcone. Sono dei fiori meravigliosi, duraturi e che hanno una loro utilità funzionale oltre che estetica. Vediamo insieme la scheda di coltivazione in vaso:


Nome: Geranio

Com'è fatta: erbacea perenne, con fusti eretti, alti fino a 40 cm. In alcune specie, come nel Geranio Edera, i fusti sono ricadenti e striscianti. Le foglie, di colore verde brillante con rigatura scura e concentrica, sono lobate e al tatto risultano vellutate e ricoperte da una leggera peluria. Se sfiorate o durante l'innaffiatura sprigionano un aroma caratteristico e gradevole. I fiori si sviluppano su fusti eretti e possono essere semplici, semidoppi o doppi; di colori variabili in base al tipo di ibridazione: rosso, rosa, bianco, viola, salmone o screziato, fiorisce da aprile ad ottobre.


Dove è diffusa: ha origini nelle regioni temperate e subtropicali dell'Africa, ma oggi, grazie alla facilità di coltivazione ed ibridazione, è diffusa praticamente ovunque in Italia, come pianta coltivata in vaso.

Dove coltivare: cresce perfettamente in vasi o cassette da appendere alla ringhiera o tenere su davanzali o rialzi. I vasi devono avere un diametro minimo di 20-25 cm. Si ottengono ottimi risultati posizionando anche più piante in cassette lunghe.


Che terreno e come concimare: il terreno, come nella maggior parte delle nostre piante da balcone, deve essere leggero, soffice e ben drenato. Il Geranio è una pianta che teme molto i ristagni idrici poiché provocano marciumi radicali, è molto utile stendere sul fondo dei vasi uno strato di argilla espansa per favorire il drenaggio idrico. Un mix di terriccio universale torba e sabbia, in percentuali di: 70% terra, 25%, torba e 5% sabbia, è ottimo per questa pianta. Le concimazioni devono essere regolari durante il periodo di fioritura. Come partenza si può aggiungere un 15-20% di letame maturo al terriccio, successivamente va concimata con un concime liquido o con macerato d'ortica, nella dose di 100 ml per ogni litro di acqua, ogni 8-10 giorni.

Come posizionare: il Geranio richiede, per avere una abbondantissima fioritura, una posizione soleggiata. Se si trova a mezz'ombra la fioritura sarà meno copiosa, ma la pianta non ne risentirà eccessivamente. Sono ottime le posizioni a est, sud-est, o su terrazzi esposti in pieno sole. Sopporta bene temperatura fino a 5°C e anche il caldo intenso. Si tratta di una pianta rustica che richiede di essere messa in serra fredda solo se gli inverni sono particolarmente rigidi.


Quando innaffiare: in primavera-estate, durante e prima della fioritura, va innaffiata abbondantemente ma evitando i ristagni idrici. Mentre durante l'inverno e dopo la fioritura va innaffiata di rado.

Quando piantare e trapiantare: si può piantare il Geranio per seme a fine febbraio, inizio marzo, a seconda della zona in cui vi trovate, mettendo il seme ad una profondità di 1 cm in un preparato formato da 2/3 torba e 1/3 sabbia, ed innaffiando regolarmente fino a che non spunta il germoglio. Quando le piantine avranno sviluppato 4-5 foglie allora saranno pronte per essere travasate.
Un'altra tecnica, più utilizzata del seme, è la propagazione per talea. Questa va effettuata a fine estate prelevando un ramo robusto e vigoroso dalla pianta lungo almeno 10 cm. Dopodiché togliamo le foglie lasciando solo le 2 all'apice del fusto. Sul taglio, che deve essere netto e ben determinato, andiamo a mettere della polvere radicante e fungicida. A questo punto possiamo interrare la talea per un paio di centimetri in un mix di 2/3 torba e 1/3 sabbia. Innaffiamo regolarmente e posizioniamo il vaso in una zona riparata. Dopo circa 30 giorni inizierà la radicazione e la nuova pianta potrà essere travasata quando saranno spuntate 4-5 foglie nuove.
La pianta adulta può essere travasata ogni 2 anni in un vaso leggermente più grande del vecchio.


Come curare: è una pianta rustica che non necessita di grandi attenzioni. Bisogna essere regolari con le concimazioni, rimuovere le foglie e i fiori appassiti per stimolare nuovi germogli e non eccedere con le innaffiature, per evitare di inzuppare il terreno. I parassiti più frequenti sono: afidi, cocciniglie e ragnetto rosso; che possono essere rimossi manualmente o utilizzando insetticidi naturali come il piretro e il macerato d'ortica o di equiseto. Se le foglie ingialliscono e appassiscono, significa che c'è una eccessiva presenza di acqua, oppure la luce non è sufficiente; per questo è sufficiente ridurre le innaffiature e spostare la pianta in una zona più soleggiata. Le foglie risentono di una umidità troppo eccessiva, quindi è bene evitare di bagnare il fogliame durante le innaffiature.


Curiosità: il Geranio viene utilizzato in aromaterapia per le sue proprietà antidepressive, antiinfiammatorie, lenitiva, astringente e antisettica.Inoltre è utilizzato per curare acne, bruciature, vesciche, mal di gola, fegato e reni. I Gerani a foglia profumata vengono utilizzati per allontanare le zanzare grazie al loro aroma molto intenso. I petali dei fiori vengono anche utilizzati per la preparazione di frittate, insalate o biscotti.

Le pubblicazioni riprenderanno a Settembre! Buon fine Agosto e buona coltivazione a tutti!!!