giovedì 6 giugno 2013

La Salvia, scheda di riconoscimento e coltivazione in vaso.

Oggi vi vorrei parlare di una aromatica molto popolare sui nostri balconi, la Salvia. Quest'erba così apprezzata per aromatizzare piatti di carne, e non solo, ha preso velocemente piede, o sarebbe meglio dire radice, nei nostri vasi, non solo per l'utilizzo culinario, ma anche per la semplicità di coltivazione, per le bellissime fioriture e per l'aroma intenso che sprigiona. Tra le varie specie ornamentali e non, a parte la S. Officinalis di cui parlerò, alcune delle più belle sono: S.O. Latifolia (a foglie molto grandi), S.O. Kew Gold (foglie piccole di colore giallo intenso), S.O. Purpurascens (con foglie rosse), S.O. Icterina (con foglie verdi contornate di giallo) o S.O. Tricolor (con foglie di colore giallo, verde e rosso).


Vediamo nel dettaglio la scheda:

Nome: Salvia Officinalis o Salvia Comune

Com'è fatta: pianta cespugliosa perenne, con fusti ramificati erbacei alti 30-70 cm e legnosi alla base. Le foglie picciolate, di colore verde-grigiastro e coperte di peluria, sono oblungo-lanceolate e spesse. Il profumo è pungente e molto aromatico. I fusti fioriferi si sviluppano a partire dal centro dei fusti fogliari e le infiorescenze compaiono sull'apice di essi. I fiori blu-violacei, sono raccolti in spighe. Fiorisce da Maggio ad Agosto.


Dove è diffusa: la pianta originaria dell'Europa Mediterranea conta ben 900 specie ed è presente allo stato selvatico su quasi tutto il territorio Italiano. La Salvia cresce nei luoghi aridi tra le pietraie, dal piano a 500 metri. La specie più diffusa in modo spontaneo è la Salvia Pratensis, riconoscibile per le foglie non molto aromatiche, ma ugualmente utilizzate in cucina, e per i bellissimi fiori violacei.

Dove coltivare: è una pianta rustica che si adatta bene ad ogni situazione, ma se si vuole un raccolto abbondante e un ottimo sviluppo, essendo una pianta che cresce molto, conviene utilizzare vasi di 30-35 cm di diametro, ciotole o cassette. Molto utile è controllare che i fori di drenaggio dei contenitori siano sufficientemente grandi, per evitare ristagni idrici fatali.


Che terreno e come concimare: il terreno deve essere leggero, calcareo e ben drenato. Si possono utilizzare miscele di sabbia e terriccio universale. Non va utilizzato terreno argilloso o che permetta accumuli di acqua tra le radici. Durante la preparazione del terreno si deve miscelare anche un buon 30% di stallatico o letame maturo come nutriente di fondo. Successivamente non sono necessarie concimazioni. Solo durante la ripresa vegetativa in primavera va aggiunto stallatico o altro nutriente organico per stimolare la vegetazione.

Come posizionare: predilige le posizioni calde e in pieno sole, meglio le esposizioni a sud, sud-est. Resiste bene alla siccità e alle alte temperature. Teme i ristagni idrici, che provocano marciumi, e le basse temperature per periodi prolungati. Se si trova in zone fredde va protetta con teli e paglia. Può essere consociata con Rosmarino, per le affini metodiche di coltura.


Quando innaffiare: attendere sempre che il terreno si asciughi tra una innaffiatura e l'altra. Evitare assolutamente di impregnare il terreno e di bagnare le foglie durante le irrigazioni.

Quando piantare e trapiantare: la moltiplicazione è facile sia per seme che per talea. Però si preferisce la seconda perché più veloce e sicura. Comunque per chi volesse provare la semina, si effettua Febbraio-Marzo, al coperto in semenzaio, o, se le temperature si mantengono sopra i 20°C, direttamente a dimora da Marzo-Aprile. La talea invece, va raccolta e messa a radicare in autunno al coperto. Qui svernerà fino alla primavera successiva, quando potrà essere messa a dimora la nuova piantina.  Si può effettuare anche la propagazione per divisione dei cespi. Il trapianto in vaso più grande o a dimora, si effettua in primavera a partire da Marzo-Aprile, facendo però attenzione a possibili gelate tardive.

Come curare: per mantenere il portamento cespuglioso e per evitare la lignificazione dei fusti, è utile potare i rami verdi, così da favorire nuovi germogli. Vanno asportate le foglie danneggiate e secche, per evitare proliferazioni fungine e parassitarie. La Salvia può essere colpita da parassiti come gli Afidi, soprattutto durante la fioritura, o la Cicalina. Entrambi possono essere rimossi manualmente, se abbiamo pochi esemplari, o con insetticidi naturali come il piretro. Inoltre abbiamo malattie fungine come l'Oidio (mal bianco), che si sviluppa se c'è elevata umidità e poco ricircolo di aria, risolvibile con preparati a base di zolfo; o la ruggine, trattabile con macerati di equiseto e asportando le parti colpite. Inoltre, come già detto, in caso di irrigazioni eccessive, si possono avere marciumi radicali che compromettono tutta la pianta. Per esperienza personale, consiglio di rinnovare completamente le piante ogni 3-4 anni per via della lignificazione dei fusti, che fa produrre meno foglie.

Quando raccogliere: le foglie vanno raccolte preferibilmente di mattina e prima della fioritura della piata, quando è massima la concentrazione di oli essenziali. Inoltre per avere un aroma ancora più intenso consiglio di raccogliere la Salvia in Luna Crescente. Una volta recise le foglie possono essere consumate fresche, in insalate, cotte, fritte, o essiccate, in luogo asciutto e ventilato, e conservate al buio in recipienti a chiusura ermetica.


Curiosità: fin dai tempi degli antichi Romani la Salvia era nota per le virtù terapeutiche e per questo deve il suo nome al termine latino "salus" che significa salute. Ha proprietà antinfiammatorie, antisettiche, antisudorifere, astringenti, cicatrizzanti e digestive. Attenzione, l'assunzione prolungata e in dosi eccessive può essere tossica per il sistema nervoso a causa della presenza del Tujone. In cucina è tra le aromatiche più usate. Tra le ricette la più famosa è sicuramente il condimento per la pasta "Burro e Salvia".

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